Il pentito La Causa e l'avvocato |Gli assegni, il prestito, l'usura - Live Sicilia

Il pentito La Causa e l’avvocato |Gli assegni, il prestito, l’usura

Il capo della mafia militare oggi pentito, un avvocato di grido finito sott'indagine, gli atti dell'inchiesta su mafia e massoneria.

I verbali dell'inchiesta "brotherhood"
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CATANIA. Un prestito di “appena” 23 mila euro, si era tramutato in un debito insormontabile da pagare. Gli interessi erano stati fatti schizzare fino a raggiungere una somma pari a 114 mila euro. Fu a quel punto che alla vittima venne chiesto di vendere un appartamento del quale era proprietario e recuperare così la liquidità necessaria: un affare che saltò sol perchè si scoprì che sull’immobile in questione gravava una ipoteca. 
I risvolti dell’indagine Brotherhood, continuano a svelare un sottobosco di operazioni a dir poco audaci fondate anche su una pratica dello strozzinaggio che non conosceva limiti. E tra i faldoni dell’inchiesta spunta la denuncia di tale Giuseppe Licari il quale ha raccontato agli inquirenti di essere stato vittima, da tempo, del legale Antonino Drago: fatto al quale si riferisce l’episodio appena citato.

L’accusa è di quelle pesanti. Ma è riscontrata dal racconto di episodi che, in modo inquietante, chiama in ballo anche Santo La Causa che all’epoca aveva un ruolo criminoso di particolare spessore nella sua veste di reggente della famiglia Santapaola. Tutto sarebbe nato da una momentanea difficoltà economica di Licari il quale si sarebbe rivolto (chiedendo aiuto) al suo amministratore di condominio: Drago, per l’appunto. La somma prestata era di 20 mila euro ad un tasso d’interesse applicato pari al 10% mensile. A distanza di due anni il debito comincia a lievitare tanto da arrivare ad accumulare decine e decine di migliaia di euro. L’avvocato catanese spiega ad un preoccupatissimo Licari che alcune persone avrebbero voluto parlargli propio a proposito del debito: e tra queste persone ce n’è anche una importante “che comanda Catania”.

Quella persona così importante sarebbe stata, manco a dirlo, Santo La Causa: un episodio che, qualche tempo più tardi verrà confermato dallo stesso La Causa. 
Saltata la possibilità di vendere l’appartamento di proprietà della vittima, si arriva ad una serie di versamenti in sequenza effettuati dallo stesso Licari: nel giro di diciassette mesi, la vittima dell’usura emette 47 assegni per un importo di oltre 170 mila euro. Agli atti dell’indagine sono stati acquisiti tre titoli di credito tratti sul conto corrente della Unicredit ed emessi a favore di Drago: due di questi – secondo gli investigatori – erano relativi al pagamento degli interessi applicati per la ritardata restituzione dei soldi prestati.

In questo contesto, balza alla cronaca l’aneddoto che lo stesso Drago avrebbe raccontato a Licari dopo il furto di una valigetta che, a quanto sembra, conteneva diversi titoli di credito: l’avvocato si sarebbe detto preoccupato perchè “sarebbe saltata mezza Picanello”. Valigetta che venne, poi ritrovata qualche giorno più tardi grazie all’intervento di “colui che comanda tutta Catania”. 
Accuse dalle quali il legale avrà modo di difendersi: anche livesiciliacatania.it ha provato a contattarlo senza, però, successo (perchè fuori sede per impegni professionali). Ed al di là del racconto strettamente giornalistico, nelle sedi opportune avrà modo di chiarire ai magistrati il perchè di quella sproporzione tra gli acquisti condotti e la sua ufficiale posizione reddituale che – sempre secondo gli inquirenti – non giustifica il tenore di vita e la movimentazione economica.


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