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LiveSicilia.it / Politica / Pogliese ottiene la sospensione: “Tornerà a fare il sindaco”

Pogliese ottiene la sospensione: “Tornerà a fare il sindaco”

Notizia confermata dallo staff. Ecco la sentenza. Guarda il video.
CATANIA
di Antonio Condorelli
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CATANIA – “Pogliese tornerà alla guida del Comune di Catania”. Colpo di scena nel ricorso contro la sospensione di Salvo Pogliese da sindaco. “Vittoria in tribunale”, commentano dal suo staff.

Il sindaco è stato reintegrato e gli atti sono stati trasmessi alla Corte Costituzionale.

“Il provvedimento di sospensione per la legge Severino è stato, praticamente, sospeso – conferma l’assessore Cantarella a LiveSicilia – ci saranno presto novità”.

Le parole di Pogliese

La sentenza

Il presidente Massimo Esher, relatore Viviana Di Gesu, ha dichiarato “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale…nella parte in cui stabilisce la sospensione cautelare nella misura fissa di diciotto mesi tenuto in considerazione il principio di incolpevolezza sancito all’articolo 27, comma 1, Costituzione”.

“In accoglimento della domanda cautelare – si legge ancora nella sentenza – dispone la sospensione cautelare provvisoria degli effetti del decreto prefettizio impugnato, fino alla udienza che verrà fissata successivamente alla definizione della questione di legittimità costituzionale, sollevata da questo Tribunale”.

Il giudice ha anche ordinato “la trasmissione dell’ordinanza alla Corte Costituzionale insieme con gli atti del giudizio e con la prova delle notificazioni e delle comunicazioni prescritte”.

Il commento

“Con il cuore colmo di gioia e di emozione – ha detto il sindaco di Catania – vi annuncio che questa mattina sono stato reintegrato nella carica di Sindaco”.
Il primo cittadino sottolinea che “il tribunale di Catania ha infatti riconosciuto la fondatezza della questione di legittimità costituzionale relativa all’applicazione della legge Severino, sollevata dai miei legali, demandandone la risoluzione alla Corte Costituzionale”.
“Ringrazio – aggiunge Pogliese – tutti coloro che in questi mesi mi sono stati sinceramente vicini in un momento difficile della mia vita e gli avvocati Eugenio Marano, Claudio Milazzo e Felice Giuffrè
Il sindaco anticipa le prossime mosse: “Adesso tornerò a servire la mia città, con lo stesso entusiasmo, la stessa passione, la stessa determinazione che avevo quando nella primavera del 2018 decisi di rinunciare a un comodo seggio da europarlamentare, alle indennità e alle immunità previste da quel ruolo, per servire una Catania sofferente e prossima al dissesto. Lo farò con ancora più determinazione di allora, perché la mia scelta è Catania”.

Il ricorso di Pogliese

I legali del sindaco Pogliese avevano chiesto “l’annullamento, o declaratoria di nullità” o di “inefficacia previa sospensione” del decreto di sospensione del Prefetto. Il provvedimento era stato emanato il 24 luglio scorso, dando il via alla sospensione per 18 mesi del primo cittadino.

Il tribunale di Palermo ha condannato Pogliese a quattro anni e tre mesi per peculato, nel processo sui rimborsi all’Ars. Accuse, rispetto alle quali, il sindaco si era detto sempre estraneo, sottolineando di aver agito correttamente.

La tesi difensiva

Il ricorso era stato presentato dagli avvocati Eugenio Marano e Claudio Milazzo, sostenendo la “illegittimita’ costituzionale” della legge Severino per “violazione della Costituzione e della Convenzione Europea dei Diritto dell’Uomo”.

Contestato anche “un vizio di incompetenza ed eccesso di potere” perché, sostenevano nel ricorso, “la legge si limita ad attribuire al Prefetto il potere di disporre il solo accertamento delle cause di sospensione”.

Il tribunale di Catania ha sospeso il provvedimento di sospensione, ritenendo la questione di illegittimità costituzionale non manifestamente infondata e gli atti sono stati trasmessi alla Corte Costituzionale. Pogliese, quindi, torna alla guida del Comune di Catania. Nell’attesa di future pronunce.

Pubblicato il 5 Dicembre 2020, 10:306 Dicembre 2020, 17:00
9 Commenti Condividi
Commenti
  1. giuseppe 4 mesi fa

    solo in Italia capita questo. Fanno una legge, viene promulgata, nessuno dice niente (Corte Costituzionale compresa) ed appena viene applicata un tribunale gliela rimanda sospendendo la sospensione. Che casino. Ma perchè non la toglono’. Alla fine fa parte del periodo buio di Mario Monti dove ogni ministro sparava la sua

    Rispondi
    • Lillo 4 mesi fa

      La corte costituzionale interviene dopo un percorso promosso dai giudici nei vari processi.Mario Monti sara’ pure antipatico,ma lo e’ in Italia chiunque chiede correttezza e rigore,questa e’ la verita’.

      Rispondi
  2. Marcello 4 mesi fa

    Grande Salvo sempre al tuo fianco Un abbraccio affettuoso

    Rispondi
    • Lillo 4 mesi fa

      Sono convinto della sua innocenza,ma i risultati amministrativi e gestionali purtroppo sono mediocri.Niente di nuovo sotto il cielo catanese.

      Rispondi
  3. Riflessione 4 mesi fa

    Comunque la si pensi, l’Italia sembra ormai la tomba del diritto, più che la culla. In tribunale ogni procedimento, civile, contabile, penale o amministrativo, somiglia al processo di Kafka. E ciò, nonostante ottimi magistrati.

    Rispondi
  4. Il catanese volante 4 mesi fa

    Vuol dire solo che ci sono dubbi di costituzionalità di legge, non che Pogliese non sia stato condannato a 4 anni e 3 mesi.

    Qual che davvero ferisce è il silenzio della società civile di Catania, una città su cui il compianto Fava aveva visto giusto.

    Rispondi
  5. vittorio 4 mesi fa

    A dire il vero, in un altro passo della sentenza, che l’articolo non riporta, si dice : “Per il Tribunale esiste al momento “la sussistenza del fumus boni iuris” e anche del “periculum in mora, in relazione alla compromissione del fondamentale diritto di elettorato passivo che non potrebbe trovare alcuna congrua forma di ristoro in sede risarcitoria”.

    Rispondi
  6. Carlo 4 mesi fa

    Ma contento di cosa ? Abbiamo un Sindaco con una condanna a 4 anni per peculato

    Rispondi
  7. marco 4 mesi fa

    Incredibile un sindaco con una condanna a 4 anni e 3 mesi per peculato

    Rispondi

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