PALERMO – Si rinnova, per il secondo anno consecutivo, il legame che unisce il mondo della scuola con gli avvocati e i magistrati palermitani. Il 23 maggio, in occasione del trentatreesimo anniversario della strage di Capaci, circa 3mila studentesse e studenti si sono radunati davanti al Tribunale di Palermo per l’iniziativa “Tribunale chiama scuola”, organizzata dall’Ordine degli Avvocati di Palermo, Associazione Nazionale Magistrati di Palermo e Rete per la Cultura Antimafia nella Scuola.
L’evento ha preso il via alle 9, in piazza Vittorio Emanuele Orlando, dove si sono esibiti, con performance musicali e letture in memoria dei martiri di Capaci, le studentesse e gli studenti di 59 scuole palermitane che aderiscono alla Rete per la cultura antimafia nella scuola, una organizzazione che riunisce 167 scuole della Regione Siciliana.
Tango, presidente Anm Palermo: “Giorno che ha cambiato la storia”
“Oggi è un giorno di speranza”, dichiara Giuseppe Tango, presidente dell’Anm Palermo.
“A guardare tutti questi ragazzi, a guardare questa piazza, mi viene in mente quanto preconizzato da Bufalino: la mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari. Ma potremmo estenderla a tutti coloro che hanno un compito di insegnamento – ha aggiunto -, a tutti coloro che hanno a cuore la formazione, l’educazione delle nuove generazioni”.
“Noi ci ritroviamo qui proprio per commemorare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, ma, mi permetto di dire, in queste giornate risplende fulgido l’esempio di tutti coloro che hanno vissuto, lavorato, sacrificandosi per un’ideale di giustizia”.
“Quel giorno di 33 anni fa ha cambiato la storia del nostro Paese. La cosa ben più importante ha smosso, ha cambiato le coscienze di tanti cittadini, risvegliati dal torpore di quella colpevole indifferenza con il quale guardavano al fenomeno mafioso. E per i più giovani, mi ci metto anche io perché allora ero un bambino, è veramente diventato fonte di ispirazione che ci ha portato a scegliere ciò che siamo oggi.
Catalano, dirigente istituto comprensivo Colozza Bonfiglio: “Facciamo memoria nei secoli”
“È un’emozione sapere che trentatré anni dopo la strage, che ha visto tantissimi di noi i protagonisti, perché o all’università o al liceo o comunque già uomini e donne oggi qui a ricordare questo momento ci sono invece i ragazzi che trentatré anni fa non c’erano”, a dichiararlo è Valeria Catalano, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Colozza Bonfiglio, nonché scuola capofila della Rete per la promozione della cultura antimafia.
“Facciamo memoria e continueremo nei secoli, nei secoli perché dobbiamo ricordare a tutti il sacrificio di uomini e donne di forza dell’ordine per noi, per lo Stato, per un servizio ha reso a noi memoria e che continua adesso a darci idee, forza e coraggio”, ha aggiunto la preside”.
La preside è consapevole dell’importanza di trasmettere i valori ai giovani: “Fondamentale è il senso dello Stato e dell’istituzione ma soprattutto comprendere che siamo tutti uniti, un sistema coeso, un organismo vivente e come un organismo vivente se siamo uniti non è pericoloso e se siamo uniti siamo più coraggiosi. Considerate che la rete conta 159 istituzioni scolastiche in tutte le province della Regione Sicilia. Oggi ci sono quasi 60 istituzioni scolastiche presenti, tra partecipazione la loro voce forte, la loro voce che dice no a tutto quello che ha a che fare con la violenza, la soppressione, il sopruso, la mancanza di legalità e di diritti”.
“È stato un momento triste per la storia italiana e la storia siciliana. Ci hanno insegnato che è giusto ricordare e portare avanti i valori di coloro che hanno perso la vita per mano mafiosa”, dichiara Walter Pietro Miserendino, studente dell’istituto Albert Einstein.
“Siamo riuniti per portare avanti e far capire che la Sicilia c’è contro la mafia e l’ingiustizia. Si deve ripartire dai giovani”.