L'omicidio di Agata Scuto: il processo entra nel vivo - Live Sicilia

L’omicidio di Agata Scuto: il processo entra nel vivo

Alla sbarra c’è l’ex compagno della mamma, Rosario Palermo, sessantunenne, che deve rispondere di "omicidio aggravato". Lui si professa innocente
CORTE D'ASSISE
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CATANIA. L’imputato è Rosario Palermo, 61 anni, ex compagno della madre della vittima. Dopo la deposizione dei consulenti della Procura, riprenderà il prossimo 24 gennaio il processo per la morte di Agata Scuto, la ventiduenne disabile di Acireale sparita nel nulla dieci anni fa, che sarebbe stata ammazzata da Palermo, secondo la Procura etnea, affinché non si sapesse che l’aveva messa incinta. Imputata a piede libero è anche una donna catanese, accusata di favoreggiamento. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della Compagnia di Acireale e del reparto operativo del Comando provinciale di Catania. L’imputato è difeso dall’avvocato Marco Tringali del foro di Catania e si è sempre professato innocente.

Il processo è entrato già nel vivo, dunque, interamente ripreso da telecamere della Rai, e alla scorsa udienza sono stati sentiti i consulenti del pubblico ministero Antonino Fanara, che avevano svolto degli accertamenti irripetibili nel giardino di casa della mamma di Agata, dove erano stati rinvenuti resti ossei e c’era il sospetto che potessero appartenere alla ragazza, ma poi in realtà si scoprì che non si trattava di ossa umane. In aula ha deposto anche un inviato della trasmissione “Chi l’ha visto?”, che ha seguito la vicenda. Le indagini sulla sparizione di Agata Scuto, si ricorda, erano state riaperte proprio dopo l’arrivo di una segnalazione alla trasmissione. Secondo gli investigatori, Palermo avrebbe cercato di crearsi un alibi per il giorno della scomparsa, ma questo non avrebbe fatto altro che acuire i loro sospetti. A gennaio sarà sentito il fratello di Agata, oltre ad altri testi del pm. In aula sono parte civile i familiari della vittima.

I giudici della Corte d’assise di Catania si sono riservati sulla richiesta di interrogare una zia di Agata, che avrebbe detto alla madre della vittima di essere quasi sicura di averla vista viva su un autobus. Secondo l’accusa, invece, la povera ragazza sarebbe stata uccisa da Palermo poco dopo essere sparita, il 4 giugno 2012. La richiesta di interrogare la zia è stata avanzata dalla difesa. Il corpo della vittima non è mai stato rinvenuto. L’imputato è accusato di omicidio aggravato dall’aver commesso il fatto ai danni di una persona portatrice di handicap e di aver agito per motivi abietti, costituiti dall’intento di nascondere la gravidanza di Agata Scuto e di continuare la relazione con la madre della ventiduenne.


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