Catania, innovazione e inclusione: il futuro dell'Università VIDEO - Live Sicilia

Catania, innovazione e inclusione: il futuro dell’Università VIDEO

Inaugurazione dell'anno accademico con la partecipazione della ministra Maria Cristina Messa e la senatrice a vita Elena Cattaneo.

CATANIA – Innovazione, inclusione, sostenibilità e internazionalizzazione. Sono queste le sfide che attendono l’università etnea e che, stamattina, sono state al centro dell’inaugurazione dell’anno accademico ‘21-’22 nella chiesa di San Nicolò l’Arena. “Le crisi locali e globali che il nostro ateneo ha affrontato negli ultimi due anni sono state palestre di rinnovamento e i risultati ottenuti forniscono alla nostra comunita’ la fiducia per affrontare le sfide con una visione condivisa, obiettivi comuni e un metodo di lavoro inclusivo”. Lo ha detto il rettore Francesco Priolo. 

Alla cerimonia dedicata alle scienziate hanno partecipato, tra gli altri, il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, e la senatrice a vita e biologa Elena Cattaneo, il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, il prefetto Anna Maria Librizzi e l’arcivescovo Salvatore Gristina. 

“La passione, la professionalita’ e lo spirito di resilienza dimostrati dal personale d’ateneo nei momenti piu’ bui della nostra storia – ha aggiunto il magnifico – rappresentano i tratti distintivi di una comunita’ inequivocabilmente sana. La speranza e’ che finalmente venga data visibilita’ al profondo cambiamento a cui, con grande dignita’, l’universita’ di Catania sta dando forma e che a poco a poco si moltiplichino i segni di solidarieta’. Di questo tutte e tutti noi abbiamo estremo bisogno” . 

Il rettore ha osservato inoltr che “il benessere e la formazione di studenti e studentesse sono il nostro principale interesse”. “Sono loro – ha sottolineato Priolo – che hanno pagato il prezzo piu’ alto di questa pandemia non solo dal punto di vista economico ed occupazionale ma anche, in questo momento storico, esistenziale quella “rivoluzione silenziosa” avviata dopo i fatti del 2019 che hanno provocato una profonda crisi nella comunita’, ma che questa governance in soli due anni e’ stata capace di rinnovare con slanci ideali e azioni concrete di rinnovamento”.

Oltre al rettore, sono intervenuti il Direttore Generale Giovanni La Via, Rossella Garofalo .allieva della Scuola Superiore, e il Presidente della Consulta Studentesca Lorenzo Commis.

L’inaugurazione dell’anno accademico è stata scandita da diversi interventi musicali e performativi.

Si sono esibiti, all’organo di Donato Del Piano, i maestri Paolo Cipolla e Franco Lazzaro, il quartetto di ottoni del Teatro Vincenzo Bellini formato da Giuseppe Mangiameli, Vincenzo Paratore, Giuseppe Raciti e Mario Musarra, la flautista  Eugenia Cantone, l’attrice Lucia Portale  e l’associazione Ouroboros con una sua performance.

La 587esima inaugurazione dell’anno accademico dell’università etnea è stata seguita, inoltre, nella lingua del segni grazie all’intervento del Cinap (Centro per l’integrazione attiva e partecipata).

“Dare ai giovani siciliani un’alta formazione di elevata qualità, creare opportunità concrete e consentire alle nostre migliori intelligenze di potere lavorare con profitto nella nostra Isola sono obiettivi prioritari del governo regionale”. Lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, a margine della cerimonia di inaugurazione.

”L’intesa che abbiamo sottoscritto a gennaio con tutti gli Atenei della Sicilia per creare un Polo per la ricerca e l’innovazione – ha aggiunto il governatore – va proprio in questa direzione: ci potra’ consentire di intercettare meglio le risorse del Pnrr, facendo per la prima volta un gioco di “squadra” tra istituzioni, e di puntare sui nostri neolaureati. Il futuro dei nostri studenti e delle nostre studentesse, dei nostri figli e dei nostri nipoti, necessita di un’azione sinergica, vigorosa e non rinviabile. E’ innegabile, pero’, che anche il governo nazionale debba creare le condizioni affinche’ il nostro territorio e le nostre istituzioni accademiche possano essere attrattivi al pari di altre parti d’Italia”. 


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