Coronavirus, chi arriva al pronto soccorso: ecco l'identikit

Coronavirus, chi arriva al pronto soccorso: ecco l’identikit

Crescono le difficoltà per gli ospedali, in Sicilia, sotto la seconda ondata del Covid. Ecco chi ricorre alle cure d'urgenza.
LA SITUAZIONE DELLA PANDEMIA
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PALERMO- Le ultime notizie ci dicono che, sotto la sferzata della seconda ondata, gli ospedali siciliani sono in affanno. Ogni giorno arrivano resoconti di pronto soccorso in tilt e di ricerche febbrili di posti letto, perché sono proprio le aree d’emergenza a ricevere il primo impatto. Esistono gli spazi dedicati ai malati di Coronavirus, in una logica di separazione dagli altri, per esempio il ‘Cervello’ e, nei fatti, anche il Civico sono dedicati alla pandemia. Una regola che non sempre funziona, perché la rete ha le sue smagliature. Così, quotidianamente, pure nei pronto soccorso ‘normali’, può saltare fuori il positivo. Ma chi sono le persone che hanno bisogno di un’ambulanza e di assistenza immediata sotto l’attacco del virus? Proviamo a tracciare un sommario identikit.

Le fasce d’età

In una intervista con questo giornale, il professore Antonino Giarratano, componente del Comitato tecnico scientifico per la Sicilia, ha dichiarato: ” Il virus è stato in circolazione tra i più giovani, poi si è diffuso in famiglia. Quindi, attaccando i genitori e anche i nonni. Intubiamo nelle ultime due settimane più cinquantenni, molti sono nella fascia d’età tra i quaranta e i sessanta”. La situazione, complessivamente, è seria: “I centottanta intubati in Sicilia, sono 115 oggi perché purtroppo 65 pazienti non ce l’hanno fatta, sono frutto degli ultimi sessanta giorni. L’influenza normale ne fa 180 in Sicilia in tre anni”. C’è dunque una quantità di casi con sintomi importanti che si manifesta in un periodo breve. Ecco perché il professore avverte: “Il limite critico sanitario è stato fissato nel trenta per cento dei posti letto occupati dal covid sul totale delle terapie intensive su base regionale. In Sicilia il trenta per cento è intorno a quota 175. E’ ovvio che superati questi numeri il sistema sanitario va in crisi anche perché i posti intensivi non si possono ricavare dalla trasformazione dei posti di degenza ordinaria”. I numeri dei pazienti positivi del pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo offrono uno spaccato ulteriore. Recita l’incipit dell’apposita tabella fornita dal nosocomio, calcolata su dieci giorni, tra il 17 e il 27 ottobre: “Pazienti Covid ricoverati o dimessi dopo una permanenza maggiore di 48 ore”. Si osserva che i malati tra i quaranta e i quarantanove anni sono il nove per cento del totale. Tra i cinquanta e i cinquantanove anni, il diciotto per cento. Tra i sessanta e i sessantanove anni il ventiquattro per cento che diventa trenta tra i settanta e i settantanove anni e poi gli altri, di ottanta e più anni, al diciotto per cento. Si evince che c’è un coinvolgimento non piccolo dell’età media. Ecco il grafico.

I pronto soccorso in tilt a Palermo

Ieri mattina, come abbiamo documentato, i pronto soccorso palermitani sono andati in tilt, come capita spesso, per la quantità di persone a cui prestare cura. ‘I numeri a mezzogiorno sono espliciti – scrivevamo -. Il pronto soccorso dell’ospedale ‘Cervello’, che si occupa di casi Covid, ha 43 pazienti con un indice di sovraffollamento di oltre il duecento per cento. Al Civico, altro presidio per pazienti affetti da Coronavirus, ci sono le ambulanze bloccate fuori e quarantaquattro persone nella struttura con un indice di sovraffollamento del centoquarantasei per cento. Con l’area d’emergenza piena, si assistono i malati direttamente sui mezzi del 118. Non va affatto meglio a Villa Sofia che sta sostenendo tutti i malati ‘No Covid’: settantasei persone presenti con un indice di sovraffollamento del duecentocinquantatré per cento“. Una parentesi critica che si ripete e che, fino a sera, non ha offerto spunti di sollievo.

La situazione a Catania

Nel mese di settembre – ecco il riassunto di un articolo più ampio nella nostra edizione catanese – ci sono stati 2.034 accessi ad Acireale, 1.911 a Biancavilla, 941 a Bronte, 2.216 a Caltagirone, 541 a Militello, 1.614 a Paternò. Tra questi, una percentuale non semplice da decifrare, è fatta da malati Covid, “con un’età media – spiega il sindacalista dei medici d’emergenza Emanuele Cosentino – inizialmente tra 40 a 55 anni e adesso in via di crescita”. Con l’aumento dei contagi cresce anche il numero dei soggetti fragili che chiedono assistenza e, per loro, viene richiesto l’intervento delle ambulanze. “Non ci sono file, in questi giorni, negli ospedali – continua Cosentino – perché stanno funzionando le Usca e le cure domestiche”.

L’ultimo bollettino e Musumeci

Ecco, in conclusione, il bollettino di ieri: sono 789 i nuovi positivi al Covid19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore. Con i nuovi casi salgono così a 12745 gli attuali positivi. Di questi 954 sono i ricoverati: 839 in regime ordinario e 115 in terapia intensiva con un incremento di quattro ricoveri. Sono 13 invece i nuovi decessi che portano il totale a 472. I guariti sono 219. I tamponi effettuati sono 7226. Su fronte della distribuzione territoriale Palermo 258, Catania 242, Messina 88, Trapani 53, Ragusa 68, Siracusa 39, Agrigento 1, Caltanissetta 30, Enna 10.

Sappiamo benissimo che andiamo verso la chiusura totale – ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci, nell’ambito di un ragionamento più articolato -. È inutile essere ipocriti ed è inutile fingere di non capirlo. Tutti vorremmo scongiurare questa ipotesi ma tutti sappiamo che appare sempre più ineluttabile”.


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