Covid, si moltiplicano i focolai: “Adesso servono posti letto”

Covid, si moltiplicano i focolai: “Adesso servono posti letto”

Ieri oltre 300 contagi e ambulanze incolonnate per trasportare gli anziani di una casa di riposo. La strategia sanitaria.

CATANIA – Le ambulanze incolonnate per trasportare i contagiati (VIDEO), il maxi focolaio con 94 positivi di San Giovanni La Punta. “Una corsa contro il tempo, il momento è critico e stiamo aumentando continuamente il numero di posti ospedalieri, che si saturano ogni giorno”. Antonino Rapisarda è il direttore sanitario dell’Asp catanese, città con un milione di abitanti e un numero di positivi che cresce, quotidianamente, di circa 200 unità (ieri oltre 300). I vertici sanitari sanno che ogni attimo è fondamentale per evitare che, con la “crescita esponenziale dei contagi” ( LINK ) non ci sia, sostanzialmente, posto per chi ne abbia bisogno.

“Ancora riusciamo – continua Rapisarda – con molte difficoltà, a fare i tracciamenti, il nostro punto di forza è che stiamo facendo squadra con i manager ospedalieri e il commissario regionale Pino Liberti”.

I dati

Il territorio etneo è servito da aziende sanitarie specializzate come il Cannizzaro, il Garibaldi e il Policlinico e sei ospedali gestiti direttamente dall’Azienda sanitaria provinciale. Nel mese di settembre ci sono stati 2.034 accessi ad Acireale, 1.911 a Biancavilla, 941 a Bronte, 2.216 a Caltagirone, 541 a Militello, 1.614 a Paternò. Tra questi accessi, una percentuale non semplice da decifrare, è fatta da malati Covid, “con un’età media – spiega il sindacalista dei medici d’emergenza Emanuele Cosentino – inizialmente tra 40 a 55 anni e adesso in via di crescita”.

I malati covid, dopo il primo accesso, vengono dirottati nelle strutture dedicate ai pazienti con il coronavirus. Al San Marco ci sono 90 ricoverati positivi, nell’ospedale Cannizzaro 60. Ma l’elenco delle strutture che li ospitano è lungo.

I posti letto

Per rallentare la saturazione dei posti, l’Asp ha creato “due covid hotel – spiega ancora Rapisarda – e abbiamo stipulato una convenzione con la clinica Basile per 50 posti letto”. Lo scopo dei covid hotel è quello di “creare ambienti in cui assistere i pazienti covid che non sono in gravi condizioni”. Stipulata anche una convenzione con una Rsa di Grammichele e, da ultimo, è stato convertito, tra numerose polemiche degli amministratori locali, l’ospedale di Acireale in centro covid: 130 posti letto. L’ospedale di Biancavilla, invece, continua a essere pronto soccorso, ma ha a disposizione anche numerosi posti letto per malati covid.

“Fase delicata”

Con l’aumento dei contagi cresce anche il numero dei soggetti fragili che chiedono assistenza e, per loro, viene richiesto l’intervento delle ambulanze. Proprio ieri sono state filmate 26 ambulanze incolonnate a Mirabella Imbaccari, dopo il focolaio nella casa di riposo.

Una criticità, che porta spesso alla saturazione dei posti, è rappresentata dall’elevato numero di malati covid ricoverati anche se con pochi sintomi.

Gli altri positivi

Sono oltre 3.000 i positivi dell’hinterland etneo (LEGGI I DATI COMUNE PER COMUNE). A seguirli sono 23 Unità di assistenza (Usca), coordinate dal commissario Covid Pino Liberti e dal manager dell’assistenza territoriale dell’Asp Franco Luca. “Lo scopo che ci prefiggiamo da mesi – spiega Luca – è evitare che chi ha sintomi covid arrivi al pronto soccorso. Per questo abbiamo creato 23 unità composte, ciascuna, da cinque persone, che eseguono tamponi e curano, direttamente a casa, chi ha sintomi covid”.

Per evitare assembramenti in ospedale, è stato sorto un drive – in per i tamponi in auto nel cuore di Catania, all’interno dell’istituto sanitario San Luigi. “Qui – continua Franco Luca – convogliamo tutti coloro che devono fare il tampone su nostra richiesta, solo in auto, ma anche i passeggeri dei voli extra europei”.

Assistenza domestica

Per blindare la procedura anti covid, nell’ospedale Cannizzaro, la scorsa settimana, è nata la prima terapia standardizzata per l’assistenza domestica dei malati covid. “Gli infettivologi – spiega il manager del Garibaldi Giuseppe Giammanco – stanno condividendo le terapie con un protocollo standardizzato per il trattamento domiciliare dei pazienti”.

La tensione, con l’incremento dei contagi, resta alta. “Le persone – conclude il direttore sanitario Asp Antonino Rapisarda – devono evitare ogni comportamento a rischio. Purtroppo temiamo che le cose possano peggiorare, ma ciascuno con le dovute precauzioni può fare la propria parte”.

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