Covid, “840 euro al giorno”: il libro mastro degli stipendi d'oro - Live Sicilia

Covid, “840 euro al giorno”: il libro mastro degli stipendi d’oro

Da 40 a 60 euro l'ora, 500 nomi, importi fino a 27mila euro al mese. I particolari.

CATANIA – Guadagnano quanto un Presidente della Repubblica, anzi, spesso di più, staccano fattura a fine mese, tariffa oraria di 40 o 60 euro, nessun limite agli straordinari e gli importi volano, fino a 27mila euro al mese. Il database degli stipendi dei professionisti Covid, contiene 500 nomi fino a gennaio 2021, LiveSicilia lo ha potuto visionare, contiene un infinito elenco di nomi, cognomi e cifre record.

Sono i compensi del team che ha affiancato dal primo lockdown il super commissario anticovid Pino Liberti, tra i più apprezzati infettivologi, piazzato dall’assessore alla Salute Ruggero Razza per gestire tutte le criticità della pandemia.

Il contingente

La firma nelle singole fatture è di Pino Liberti, che ha rinunciato alla differenza tra la notte e il giorno, gestendo un ufficio sorto in pochi mesi, che comanda un esercito degno di uno stabilimento Fiat. Complessivamente, comprese le Usca che dipendono dall’Asp, si tratta di 800 lavoratori, tra informatici, operatori e medici professionali che hanno lavorato durante l’emergenza Covid. Sono i medici addetti al tracciamento, alla vaccinazione, al monitoraggio dei pazienti covid. Adesso il contingente si è ridotto, Liberti ha infatti puntato sugli amministrativi, per far scendere i costi.

Gli importi

La tariffa oraria è di 40 o 60 euro lordi. Per questo, a fine giornata, con un turno di 14 ore, si può arrivare a 840 euro. Meta che raggiungono quasi tutti i professionisti. Con 5 giorni la settimana si toccano i 4.000 euro, ma anche di più. E la fattura anticipata ieri da Repubblica, di 27mila euro al mese, è vera e corrisponde a una singola mensilità, almeno stando a quanto è riuscita a verificare LiveSicilia.

Il libro mastro

Guardando il libro mastro, gli importi, escluso una ventina di “fortunati”, si attestano poco sotto i 20mila euro al mese. Ma quasi tutti hanno percepito oltre 10mila euro al mese.

“Dipendono dall’Asp”

Il commissario Covid giura di “non essere in possesso dell’elenco dei dipendenti” e che “a fare i pagamenti è l’Asp3”. Liberti, nei primi mesi di attività, come ha dichiarato a LiveSicilia prima di Natale, non ha percepito alcun compenso aggiuntivo e rilancia: “La tariffa non l’ho stabilita io, ho una figlia che fa l’insegnante in giro per l’Italia e non ci sono miei parenti tra i contrattualizzati”.

Lanza difende Liberti

Sul caso interviene il manager dell’Asp Maurizio Lanza: “Quello di Liberti è un buon modello di gestione della pandemia, che è stato adottato in tutte le altre Asp. Il Commissario, nella sua autonomia e responsabilità, gestisce il personale, per realizzare, nella maniera migliore, i fini stabiliti dall’ordinanza assessoriale. È il modello Catania che funziona, comprese le Usca, che stanno evitando l’afflusso di persone in pronto soccorso”.

Lavoro difficile

I medici che staccano fattura hanno eseguito il tracciamento dei contagi, gestito i dati dei positivi, in sinergia con le Usca che dipendono dall’Asp, ovvero i professionisti che eseguono i tamponi a domicilio, monitorano i contagi nelle case di riposo. Un lavoro difficile, per giovani spesso appena abilitati o laureati. Professionisti a partita iva che assumono un rischio per la propria salute.

Braccio di ferro politico

Lo scontro, sugli 800 lavoratori, è politico. Da un lato i vertici Asp, con il super manager Maurizio Lanza, tecnico di alto profilo, con un passato in Fiat e al Comune di Catania negli anni più difficili, accusato di essere “stancanelliano”, cioè vicino a uno degli ex sostenitori di spicco di Nello Musumeci. Dall’altro l’assessorato, che non ha tagliato la testa a Lanza, ma lo ha fatto affiancare, così come è avvenuto in altre province, dal commissario Liberti. La scelta non è caduta a caso su Liberti, perché considerato competente ed equilibrato.

Potere e politica

Il contingente di oltre 500 persone ha fronteggiato l’emergenza Covid. Attualmente ce ne sono in servizio 31 in aeroporto, 80 nei distretti e 15 nell’ufficio. Più i lavoratori delle Usca, che dipendono dall’Asp. Molte attività, in questo momento, vengono gestite da amministrativi “con costi più bassi”.

Ma aver gestito un battaglione di neo laureati che guadagnano milioni di euro ogni mese, ha un valore anche politico. Ufficialmente i rapporti tra Asp e politica sono “ottimi”. Ma sotto la cenere covano le foto, scattate ai medici in servizio emergenziale, che farebbero “pic nic in Aeroporto” e poi ci sono altri documenti, che LiveSicilia sta visionando. Tutto in emergenza Covid, con l’ultima novità dell’Asp: il tetto delle 36 ore massimo a settimana. Cioè un limite agli stipendi che non superino gli 8mila euro al mese. “Ma così – dice Liberti a Livesicilia – non possiamo gestire una situazione di emergenza”. E poi c’è l’incognita su quanti siano e quanti siano stati, effettivamente, i medici professionali impegnati nell’emergenza covid. Alcuni funzionari hanno verificato che, per esempio all’aeroporto Fontanarossa, nello stesso giorno, sarebbero stati in funzione “30, 85 o 47 medici professionali, in base a chi rispondesse al telefono”. L’Asp sta eseguendo verifiche, per quanto sia difficile, anche ex post. Ma il braccio di ferro potrebbe attirare altre attenzioni, anche di Uffici che agiscono nell’ordinarietà, per combattere altri virus.


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