PALERMO – Prima il giuramento pomeridiano davanti all’Assemblea regionale siciliana, poi subito il primo dossier: la manovrina che al momento vale circa 115 milioni di euro e che lieviterà con gli emendamenti dei deputati. Sono questi gli impegni di oggi nell’agenda del neo assessore regionale all’Economia Alessandro Dagnino.
La nomina è già avvenuta con decreto del presidente della Regione Renato Schifani, ma le norme prevedono che per entrare in pieno possesso dei propri poteri il nuovo titolare dell’assessorato debba giurare in Parlamento. La seduta di oggi servirà anche ad incardinare in aula il testo della manovra ter, poi tutti a casa: se ne riparlerà la prossima settimana.
La manovrina all’Ars
Il compito per il neo assessore non sarà complicato, anche perché c’è già un’intesa di massima tra governo, maggioranza e opposizione in base alla quale in commissione Bilancio è stato dato l’ok al ddl. Oltre agli emendamenti governativi, infatti, arriverà un ‘maxi’ con tutti i desiderata dei deputati. Lo spazio di manovra dovrebbe essere di circa trenta milioni di euro, con una incognita però su alcuni emendamenti ordinamentali. La strada, comunque, è di fatto spianata.
La Nota di aggiornamento al Defr
Dopo la manovrina arriverà la pausa estiva per l’Ars ma non per gli uffici dell’assessorato. Il primo vero appuntamento per l’avvocato tributarista prestato alla politica è infatti la Nota di aggiornamento al Defr, che dovrà essere pronta per settembre. Il documento, che modifica il principale strumento di programmazione economico-finanziaria della Regione, passerà poi all’esame del Parlamento. Della NaDefr si potrà intravedere la filosofia alla base del nuovo corso.
Il Rendiconto
L’autunno sarà poi il tempo di una nuova urgenza per il governo regionale: l’approvazione del Rendiconto 2023. Un passaggio necessario se si vuole dare seguito all’accordo raggiunto tra Aran Sicilia e sindacati sul rinnovo del contratto dei dipendenti regionali. La Corte dei conti, che non ha rilasciato il suo timbro previsto dalla legge, è stata categorica: prima il bilancio consuntivo per avere certezza sulle risorse disponibili, poi il rinnovo.
La legge di stabilità
All’orizzonte c’è poi la legge di stabilità, primo banco di prova per le politiche che il ‘tecnico’ Dagnino, voluto da Schifani, sceglierà di attuare per conto della Regione. È ancora presto per conoscere nel dettaglio i piani che albergheranno negli uffici di via Notarbartolo, ma c’è chi è pronto a scommettere sulla ferma volontà del nuovo assessore di mettere in campo misure che incentivino sviluppo e crescita.