Memoria, tensione, silenzio: il giorno di Falcone VIDEO

Memoria, tensione, silenzio: il giorno di Falcone VIDEO

La cronaca di una giornata particolare. Trentun'anni dopo.

(Roberto Puglisi) Memoria, tensione, silenzio. Il trentunesimo anniversario della strage di Capaci è riassumibile con tre parole. Un sentimento di memoria collettiva. La tensione tra alcuni manifestanti e le forze dell’ordine. Il minuto di silenzio che ha unito tutti, all’Albero Falcone.

Il corteo e la protesta

Cominciamo dalla tensione, il penultimo atto della commemorazione. C’era un’ordinanza per la manifestazione promossa da sindacati studenteschi, associazioni di quartiere e culturali, Cgil, a cui avevano aderito Agende Rosse, Anpi, comitati e associazioni antimafia. ll questore, Leopoldo Laricchia, aveva prescritto di non iniziare il corteo “prima delle ore 15.30”, in ogni caso “dopo quella organizzata dalla Fondazione Falcone”, e di terminarlo “entro le 17.30” in via Duca della Verdura “prima dell’incrocio con via Libertà altezza piazza Alberico Gentili”. Obiettivo: “Non dovrà essere arrecato disturbo o qualsiasi altra turbativa alla cerimonia che avrà luogo” davanti all’albero Falcone. C’è stato qualche momento di tensione (VIDEO) quando il corteo ha cercato egualmente di passare. Alla fine, dopo una mediazione, il passaggio è stato aperto e la scaramuccia è rientrata.

Il giorno della memoria

Palermo ha vissuto il suo giorno della memoria con moltissime iniziative che abbiamo seguito, passo dopo passo. Già di mattina alla scuola ‘Falcone’ dello Zen si sono vissuti attimi intensi. All’istituto, sconvolto dalle recenti vicende di cronaca, ora retto dal preside Domenico Di Fatta, è stata affidata una Talea che è una copia genetica dell’Albero Falcone. “Viviamo una giornata densa di emozioni – ha detto il preside – perché la ‘Falcone’ è di nuovo aperta al territorio. La scuola, in sé, non era chiusa, parlo della precedente dirigente, perché i professori hanno continuato a lavorare per i bambini e i ragazzi”. Infine, l’appuntamento in via Notarbartolo, con tante persone. Un rito completato, quello del ricordare, nonostante qualche momento non semplice che abbiamo narrato.

Il silenzio e le lacrime

Alle 17.58 il silenzio, con le sue note. Tutti hanno pensato a quelle macchine in autostrada. Tutti hanno mormorato i cari nomi di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Via Notarbartolo è diventata una Palermo in miniatura. Ognuno era lì con la sua storia, con la sua dolcezza per quel momento, con la sua rabbia, con la sua speranza. Ognuno ha rammentato dov’era, alle 17.58 di trentuno anni fa. Sono rimaste due immagini, fra le tante, impigliate nella cronaca. La commozione di un ragazzo delle forze dell’ordine, che si era appena levato il casco. Le lacrime di un personaggio pubblico, appartato in un angolo, di cui non scriviamo il nome, perché è stato sufficiente avere visto il pallore del suo volto. Ma riportiamo le sue parole: “Erano amici miei”. (rp)


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