MESSINA – I ‘cavernicoli’ invadono la città, un’onda infinita, da piazza Cairoli al Duomo. Migliaia in piazza tra bandiere della Palestina, vignette contro Matteo Salvini e alcuni simboli di partito: Pd, M5S e Rifondazione.
Perché cavernicoli?
Il nome, che sembra proprio una provocazione, campeggia sui volantini del corteo, ‘cavernicoli’, ma perché?- “Ci hanno definito cavernicoli – spiega Domiziana Giorgianni della rete No Ponte – perché saremmo contro il loro progresso e il loro sviluppo. Se essere cavernicoli significa essere contro questa devastazione preferiamo esserlo che lasciare i soldi nelle tasche a coloro che lucrano con questa opera. Il messaggio a Meloni e Salvini è che se pensano che queste persone non fermeranno il ponte sbagliano di grosso. Noi saremo qui a fermarlo”.
L’attacco di Salvini
Il ministro delle Infrastrutture non le manda a dire: ” Messina c’è la sfilata dei No Ponte: cambiano la maglietta, da No Tav diventano No Ponte, da No Mose diventano No Ponte, da No Tap diventano No Ponte, ma il criterio è lo stesso, fermare lo sviluppo del paese”. Mentre a Messina eslode la protesta, Salvini visita il cantiere della nuova galleria San Donato sulla A1 nel tratto fra Firenze Sud e Incisa.
Bonelli lancia “l’offensiva”
“Noi lavoriamo affinché non venga iniziata l’opera e questi mesi saranno fondamentali e siamo pronti a lanciare un’offensiva giuridico legale imponente nei confronti della società Ponte sullo stretto”. A dirlo Angelo Bonelli co portavoce nazione dei Verdi che partecipa al corteo contro il ponte sullo Stretto. ” Siamo pronti – conclude Bonelli – a lanciare questa imponente sfida”.
Ad aprire il corteo Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, che tiene in mano lo striscione insieme all’ex sindaco di Messina Renato Accorinti e a Pierpaolo Montalto, componente dell’assemblea nazionale di Sinistra italiana. “La mia presenza è un piccolo contributo ad una grande causa dice Lucano – perché con la costruzione del Ponte sullo Stretto si distrugge uno dei siti più belli del Mediterraneo, realizzando un’opera pubblica che non serve a niente”. “È un’opera – prosegue l’ex sindaco di Riace – che è evidente attirerà gli interessi dei grandi capitali e quando ci sono queste concentrazioni di economie spesso si interessano anche le mafie per il controllo dei lavori pubblici”.
Barbara Floridia, M5S
“Il progetto che ha superato tutte le fasi non c’è, le risorse non è vero che ci sono perché gli 11 miliardi stanziati nella legge di bilancio sono vincolati nelle more di trovare ulteriori risorse. Qualcuno dice che ci sono e anche dei privati potrebbero investire, ma prima troviamoli”. A dirlo la senatrice del Movimento Cinque Stelle Barbara Floridia partecipando al corteo No ponte a Messina. “
Si cercano anche le risorse in Europa ma anche lì non ci sono – aggiunge – Si potrebbe trovare solo un miliardo. Hanno anche detto che potrebbero attingere risorse dalle regioni, vorrei capire come visto che ad esempio la Sicilia ha già un debito di 500 milioni con lo Stato, come farebbe a dare oltre un miliardo: tutto questo quindi è assurdo. Non siamo stati mai ideologicamente per il no abbiamo fatto vagliare, quando eravamo al governo, tutte le ipotesi e quella del tunnel non era realizzabile vedremo se questa lo sarà. Ricordo che c’erano 220 criticità secondo il ministero dei trasporti. Sono state risolte? Ancora non abbiamo potuto vedere il progetto. Di che cosa stiamo parlando? chiederei a Salvini”.
Cgil, ascoltare il territorio
“Bisogna cercare soluzioni per lo Stretto drenando anche le risorse del Pnrr e poi, prima del Ponte come abbiamo sempre detto, dobbiamo puntare all’alta velocità”. A dirlo il segretario generale Cgil Sicilia Alfio Mannino partecipando al Corteo No ponte a Messina. “Catania, Messina e Palermo – prosegue – hanno la necessità di avere innanzitutto il doppio binario e una rete elettrificata. Il governo nazionale fa solo promesse ma è inaccettabile in una Regione che ha bisogno di infrastrutture vere per il territorio”.
“Diciamo no al ponte – aggiunge Pino Gesmundo, della segreteria nazionale Cgil – per una questione di metodo, queste opere e questi investimenti non si fanno senza il consenso del territorio. Quindi Salvini e il governo lo ascoltino. Si investono risorse che potrebbero essere utilizzate per creare le condizioni per lo sviluppo del Mezzogiorno in generale ed in particolare della Sicilia. Condizioni di sviluppo che possono creare occupazione vera e stabile, invece di un Ponte che non serve a nulla perché non c’è un contesto per il quale questo può essere utile perché mancano infrastrutture importanti”.