Miceli, le spine di una candidatura: la più grossa si chiama Orlando

Miceli, spine di una candidatura: la più grossa è Orlando

Tanti sorrisi, qualcuno di circostanza. E l'idea di una coalizione già in difficoltà.
PALERMO 2022
di
3 min di lettura

Uno che lo conosce sussurra con tono compassionevole-amichevole-affettuoso: “Franco è davvero una bravissima persona, un uomo intelligente e appassionato, di grande cultura e impegno. E sa anche godersi la vita, com’è giusto che sia, magari con un aperitivo al momento opportuno. Ora io gli direi: Francuzzo mio, ma perché devi incasinarti con Palermo?”. Frase ascoltata in una conversazione, ma autore taciuto, perché le chiacchiere di contorno non sono mai sentenze inappellabili per nessuno.

Tuttavia, aperitivo o non aperitivo, il dubbio viene. Le spine per una eventuale candidatura (ora dipende da lui) di Franco Miceli a sindaco, nell’alveo del centrosinistra, si stanno manifestando. Ai sorrisoni in pubblico – dopo il via libera del Pd arriverà quello ufficiale, già ufficioso e scontato, dei grillini – corrispondono sentimenti non decifrabili nel senso della benevolenza. Tutti dicono che il presidente dell’Ordine degli architetti rappresenta una ragguardevole opzione, che è un uomo di spessore, però… E qualcuno ha il coraggio di non nascondersi, parlando con il nostro giornale.

Non nasconde il suo ‘però’, per esempio, una persona schietta come l’onorevole pentastellato Giampiero Trizzino: “C’è una situazione che bisogna saper gestire. Franco Miceli è un’ottima persona, una candidatura competitiva che sosterremo e che sosterrò. Ma i suoi sponsor hanno avuto in passato una visione della città un po’ diversa rispetto alla nostra”. Altrettanta schiettezza si rintraccia nell’intervista a Mariangela Di Gangi: “Ho avuto chiara la percezione che si sia giocato sulla testa di Palermo, senza rendersi conto del contesto, come se fossimo tutti protagonisti di una partita a Monopoli. Senza coinvolgere, senza prepararci, senza discutere davvero. L’interesse della città subordinato a un regolamento di conti tra partiti e gruppi dirigenti”. Non sembrano salti di gioia, né adesioni per una ritrovata compattezza.

E c’è la questione del perimetro politico, conteso tra aperturisti e ortodossi. Ecco la nota di Sinistra Civica Ecologista: “La candidatura di Franco Miceli è una garanzia per costruire un progetto politico vincente per la città di Palermo. Adesso, dopo l’avallo del Pd e del M5S, confidiamo nel fatto che Miceli sciolga positivamente la riserva. Quella che si è costituita è una coalizione credibile e vincente che non ha bisogno di essere snaturata con proposte contraddittorie. Adesso si definisca il programma per vincere le elezioni”.

E poi c’è il convitato di pietra, Leoluca Orlando che, come l’assessore Giusto Catania, non pare dispostissimo ad accettare una chiamata alla lotta nella discontinuità che lo stesso Miceli predica e che, tuttavia, appare necessaria, almeno, per giocarsela. Ogni scostamento sarebbe visto come una imperdonabile ‘damnatio’. Ieri, alla direzione Pd, il sindaco di Palermo si è fatto sentire: I miei rapporti con Franco Miceli sono ottimi e non posso che esprimere apprezzamento per una sua eventuale discesa in campo. Ma gli ho spiegato di farsi dare garanzie che io ravvisavo nelle primarie, qualcuno ha scelto un altro sistema e lo rispetto, l’importante però è che si coinvolgano i cittadini (…). In molti, in queste settimane, mi stanno scrivendo e non sono entusiasti del modo col quale si è arrivati al nome”. Tante sono le spine sulla strada per Palazzo delle Aquile. E la più grossa sembra chiamarsi Orlando.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI