Palermo, tre alberi da abbattere in via Toscana: l'ira dei residenti

Tre alberi da abbattere in via Toscana, l’ira dei residenti: “Uno scempio”

Commenti

    E’ una vera vergogna. Tagliare degli alberi in salute è veramente un sacrilegio. La citta è piena di marciapiedi sollevati dalle radici degli alberi, dico PIENA. E’ una vera vergogna, e come diceva QUELLO, pensare male si fa peccato ma sempre ci si azzecca……..!!!!!!!!!

    Gli alberi riparano dal calore, perché turti questi abbattimenti…?

    Ma come mai le decine di alberi di via monte San Calogero, dove insistono una sede di delegazione Comunale, una Scuola dell’Infanzia, una Farmacia e tanto altro, che con le loro radici non solo divelgono i marciapiedi ma anche rendono la strada un Camel Trophy, dove giornalmente anziani e motociclisti cadono con interventi altrettanto pericolosamente effettuati dal personale di soccorso nonchè dalla Polizia Municipale non c’è questa urgenza di intervento? E’ riprovevole la solerzia una tantum.

    Che le radici abbiano danneggiato il marciapiede è un fatto incontrovertibile ma la soluzione al problema nn sta nel commettere un’atto criminoso come l’abbattimento degli alberi ma piuttosto basterebbe sopraelevare i marciapiedi .Le soluzioni ci sono si è scelta la via più semplice per avvantaggiare gli interessi commerciali di un noto supermercato.

    E’ incredibile come tutte le città del mondo vadano nella direzione dell’incremento del verde pubblico mentre a Palermo si faccia sempre l’esatto contrario. Siamo pieni di marciapiedi dissestati a causa delle radici, cosa facciamo, abbattiamo tutti gli alberi? Diventiamo una succursale del deserto del Sahara? La compensazione è un concetto ridicolo, tolgo un albero secolare e al suo posto ci metto una piantina che non crescerà mai perchè caldo/siccità/vandali non lo consentono. Tram? Abbattiamo tutti gli alberi. Svincoli autostradali? Abbattiamo tutto. A19 da Palermo a Villabate? Tutto giù! Chissà in questo caso specifico cosa sarà successo… Chissà a quale dirigente comunale dava fastidio il marciapiede dissestato….

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Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.

Cateno De Luca sforna nuovi movimenti e partitini con la stessa velocità e noncuranza con cui passa dalle invettive agli apprezzamenti per tornare di nuovo alle invettive. Le vicende che lo hanno visto altalenante nei rapporti con l'ologramma e la banda bassotti politica ne sono la prova. Attualmente il pendolo è tornato ad oscillare a sinistra, ma quelli non ne vogliono sapere e di tentare un'altra avventura in solitaria non è cosa. Perciò il soggetto si agita e prova a restare al centro dell'attenzione mediatica non potendo essere al centro della scena politica. Come gli finirà lo vedremo, ma la credibilità politica è uscita fortemente minata dalle tante scelte sbagliate che si stanno "mangiando" anche l'aura di bravo amministratore sulla quale ha fatto sempre affidamento.

Peccato che il 95% dei siciliani che tornano dal nord per le festività natalizie già il biglietto aereo (carissimo!!!) l'avevano comprato, non potendo aspettare i comodi della Regione Siciliana e rischiando di non riuscire ad acquistare il biglietto del treno partecipando ad una sorta di click day. Iniziativa deplorevole e iniqua!

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