Palermo, magistrati in congresso al Teatro Massimo

Palermo, congresso dell’Anm: standing ovation per Sergio Mattarella

Le parole del presidente dell'Anm
MAGISTRATURA
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PALERMO – Standing ovation e un applauso di minuti per il capo dello Stato Sergio Mattarella al suo ingresso al Teatro Massimo di Palermo per il 36esimo congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati. È presente anche il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Stamattina il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ha partecipato a una cerimonia al “bunkerino”, l’ufficio che ospitò i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino all’interno del palazzo di giustizia di Palermo.

“Due modelli, Falcone e Borsellino, a cui tutti noi magistrati dobbiamo tendere. Ma vogliamo anche far ricordare all’esterno cosa è stata e cosa è la magistratura, presidio di legalità, di tutela dei diritti e delle garanzie, che deve essere preservata come bene comune e essenziale per la collettività intera”, ha detto Santalucia.

Sono più di mille magistrati presenti da oggi fino a domenica a Palermo. Il tema del congresso è “Magistratura e legge, tra imparzialità e interpretazione”.

Le parole di Schifani

“L’imparzialità del magistrato, e quindi non solo quella del giudice, non è soltanto un principio, che diviene dovere puntuale inerente la singola posizione istituzionale, ma è soprattutto un imprescindibile valore etico”, ha detto il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, nel suo intervento.

Un “valore immanente per la figura del magistrato nell’esercizio della giurisdizione che si estende alla proiezione esterna, all’immagine di imparzialità, la cosiddetta neutralità dell’apparenza, che è garanzia di imparzialità per chi è giudicato e che si intreccia con l’esercizio di diritti e libertà fondamentali”.

Questo richiede ad ogni magistrato di impegnarsi a superare i pregiudizi culturali che lo possono condizionare e ad assicurare e garantire la sua immagine di imparzialità – ha proseguito Schifani – L’essere imparziale va così declinato in relazione al concreto processo, mentre l’apparire imparziale costituisce, piuttosto, un valore immanente alla posizione istituzionale del magistrato, indispensabile per legittimare, presso la pubblica opinione, l’esercizio della giurisdizione come funzione sovrana: l’essere magistrato implica, sotto tale profilo ed in termini sostanziali, una immagine pubblica di imparzialità”.

Le parole di Lagalla

“È oggi doveroso confermare fiducia nella magistratura e compiere ogni comune e solidale sforzo affinché essa possa continuare ad assicurare, auspicabilmente in tempi ragionevoli, equità di giudizio, garantendo a tutti i cittadini parità di trattamento e rispetto della persona, in un contesto di auspicabile valorizzazione della interpretazione umanistica e simpatetica del diritto”. Così il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.

“Mi piace quindi ringraziare, in questa sede – ha aggiunto -, gli uffici giudiziari del distretto di Palermo per le molte azioni che, anche insieme all’amministrazione comunale, si stanno ponendo in essere per concorrere al contrasto della violenza di genere ed al superamento delle fragilità sociali – ha aggiunto – così venendo incontro alle esigenze di quanti, in difficoltà, attendono dalla giurisdizione e dalla pubblica amministrazione risposte in grado di rafforzare e legittimare il percorso di legalità di questa città e dell’intero territorio metropolitano”

La ‘denuncia’ dell’associazione

“Si coglie in più occasioni una spinta alla ridefinizione in senso restrittivo dei confini entro cui la giurisdizione può esprimersi e può far uso degli strumenti propri del suo agire. L’idea sottesa a più critiche è che progressivamente essa abbia accresciuto il proprio ruolo, finendo con l’essere, invece che fattore di stabilizzazione e di ordinata risoluzione dei conflitti, causa o concausa di quella instabilità e precarietà di necessari equilibri che segnano la società nel tempo presente”. Lo ha detto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, durante i lavori.

“Il progetto di separazione delle carriere – ha aggiunto -, portato avanti con ostinazione pur dopo che la separazione delle funzioni è stata dilatata all’estremo, reca con sé il germe dell’indebolimento della giurisdizione, almeno quella penale”.


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