Contrabbando, il blitz FOTO-VIDEO: lacrime e reddito di cittadinanza

Sigarette, il blitz FOTO VIDEO: lacrime e reddito di cittadinanza

I volti di coloro che avrebbero gestito la rotta della sigarette dall'Africa alla Sicilia

PALERMO – La scena è quella di sempre. I parenti attendono l’uscita dei fermati che vengono trasferiti in carcere. Baci, urla e lacrime davanti al comando provinciale della guardia di finanza di Palermo.

Walid MIrghli, nato in Tunisia ma residente a Mazara del Vallo, sarebbe il capo dell’organizzazione che gestiva i traffici di sigarette di contrabbando dall’Africa alla Sicilia. Sicilia dove vive da anni e percepisce pure 280 euro al mese di reddito di cittadinanza.

Il fronte trapanese

Il suo braccio destro, e parente, sarebbe il connazionale Ahmed Zaabi. All’inizio si trattava di piccoli trasporti, poi avrebbero capito che il giro poteva essere molto più ampio. Gli affare delle sigarette, trasportate a bordo di pescherecci, ha iniziato a fruttare. Ed è stato necessario trovare nuova gente disposta a darsi da fare.

Ed ecco che si sarebbero fatti avanti Samir Kacem, Said Hamza (per lui 630 euro al mese di reddito di cittadinanza), Bartolomeo Bertuglia (militare in servizio alla Capitaneria di Porto din Palermo e arrestato nelle scorse settimane),
Francesco Bertuglia, Mohamed Baili, Vito Agnello (che percepisce 730 euro al mese di reddito di cittadinanza) e Giuseppe Giacomo Licata.

II gruppo ha solidi contatti in Tunisia, Libia e Algeria tramite Ahmed Zaabi, Mohamed Hassen Hazma e persone non ancora identificate.

LE FOTO DEGLI ARRESTATI

Il gruppo dei palermitani

Ad un certo punto sarebbe entrata in gioco la banda di palermitana capeggiata da Antonino Lo Nardo, che vive al Villaggio Santa Rosalia (assieme alla moglie percepiscono 830 euro al mese di reddito di cittadinanza). Ne farebbero parte Giulio Di Maio (1.100 euro di reddito di cittadinanza), Fabio Bruno (1.053 di reddito di cittadinanza) e Giosafat Bruno, Calogero Stassi e Alfredo Caruso.

Il gruppo di Lo Nardo ordina la merce, la ritira in località concordate nel trapanese e la nasconde a Palermo dove vengono a rifornirsi i venditori al dettaglio che piazzano le bancarelle abusive nelle zone popolari della città.

L’inchiesta dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, coordinati dai magistrati della sede palermitana della Procura europea, è iniziata intercettando le conversazioni di Fabio Bruno, genero di Lo Nardo, e Samir Kacem. I magistrati scandagliavano possibili canali della tratta di essere umani con il rischio di infiltrazione terroristica.



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