Palermo, fatture false per 1,3 miliardi: 47 arresti, 200 indagati

Fatture false per 1,3 miliardi: 47 arresti, sequestri per 500 milioni

Operazione degli uffici della Procura europea di Palermo e Milano: 200 indagati - VIDEO

PALERMO – I quarantasette arresti della Procura europea sono l’approdo di un lavoro investigativo partito da Palermo come una delle tante indagini per evasione fiscale.

In ballo c’era il mancato versamento di poco più di dieci milioni di euro di Iva. I numeri sono lievitati in maniera esponenziale fino a toccare cifre da capogiro. È stato scoperto un giro di fatture false per 1,3 miliardi di euro.

Gli arresti sono 47

Da Antonio “Toni” Lo Manto, personaggio che gravitava negli ambienti mafiosi del rione Brancaccio, gli investigatori si sono spostati a Milano e da Milano in mezza Europa. Risultato: 47 persone arrestate (34 in carcere e 9 ai domiciliari) e beni sequestrati per 520 milioni di euro fra cui complessi residenziali e immobiliari a Cefalù che da soli valgono 10 milioni di euro.

Gli uffici di Milano e Palermo della Procura europea (Eppo) sono certi di avere scoperto un’associazione a delinquere finalizzata alle frodi fiscali e al riciclaggio aggravati dal metodo mafioso. Tra gli arrestati ci sono personaggi legati alla Cosa Nostra siciliana e alla Camorra campana.

Oltre 200 indagati, 164 società coinvolte

Avevano trovato il sistema per fare soldi a palate. Altro che gli spiccioli delle estorsioni, ammetteva il palermitano indagato entrato nel giro internazionale grazie ad un parente emigrato in Belgio. Un giro che avrebbe previsto la connivenza di 200 indagati e il coinvolgimento di 164 società a cui i pm contestano l’illecito amministrativo.

Per alcuni indagati è stato emesso il mandato di arresto europeo in Repubblica Ceca, Olanda, Spagna e Bulgaria. Sono in corso perquisizioni anche in Lussemburgo, Slovacchia, Croazia, Cipro, Svizzera, Emirati Arabi.

Frodi carosello

Il meccanismo è quello delle frodi carosello che si basa sulle compravendite fantasma di prodotti fra Paesi all’interno dell’Unione europea con l’obiettivo di evadere il Fisco. Vengono attivate società “cartiere” che importano cartolarmente beni dai Paesi membri dell’Ue.

Sono scatole vuote che servono per rivendere merci senza pagare tasse e oneri tributari. In questa maniera i prodotti possono essere piazzati sul mercato sottocosto. In genere dal prezzo viene detratta l’Iva evasa.

Altre società intermediarie, dette buffer, vendono poi la marce alle imprese che la acquistano realmente acquisendo illegalmente un credito con l’erario. Come in un carosello il meccanismo si ripete attraverso diversi passaggi tra più società fittizie, fino ad arrivare al cessionario originario, che fa ripartire il giro.

Immobili e orologi di lusso

Nel frattempo c’è chi si sarebbe arricchito e chi ha fatto investimenti milionari come nel caso delle strutture ricettive a Cefalù. E c’è pure chi si è tolto lo sfizio di andare in giro mostrando al polso orologi Patek Philippe o Rolex da 60 mila euro.

Sequestrati anche immobili di alcune società A Chiavari (Ge), Bellano (Lc), Noli (Sv), Cinisello Balsamo (Mi) e Milano.

L’indagine è l’incrocio di due filoni distinti. Uno, coordinato da Eppo Milano, a cui hanno lavorato i Nuclei di polizia economico-finanziaria del capoluogo lombardo e di Varese, e l’altro sotto la guida di Eppo Palermo che ha coordinato il lavoro della squadra mobile, del Servizio centrale operativo e del Nucleo di polizia economico finanzia di Palermo.

I pubblici ministeri Calogero Ferrara ed Amelia Luise si sono imbattuti in alcuni esponenti della criminalità mafiosa in affari con i milanesi per i quali la Procura europea ha chiesto e ottenuto gli arresti. Alla fine è stata chiesta un’unica ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano.

Il procuratore: “Indagine decisiva per l’Eppo”

“‘Moby Dick’ è un’indagine decisiva per l’Eppo. È passato molto tempo da quando abbiamo iniziato a far suonare il campanello d’allarme sul forte coinvolgimento di pericolosi gruppi criminali organizzati nelle frodi al bilancio dell’UE”, sono le dichiarazioni del procuratore capo europeo Laura Kövesi, che commenta l’indagine.

“Al di là dei danni colossali che creano, abbiamo messo in guardia sulla minaccia alla nostra sicurezza interna rappresentata dalla loro attività in questo campo. Facciamo ora luce su un primo caso di questa portata”.

“Moby Dick – conclude – dimostra che non esistono due mondi criminali separati. Il mondo dei criminali davvero cattivi e pericolosi che contrabbandano droga, trafficano persone da un lato e il mondo dei criminali dai colletti bianchi, che si limitano a corrompere e riciclare denaro, dall’altra parte”.


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