Regionali, più soldi e meritocrazia | Cosa contiene il nuovo contratto - Live Sicilia

Regionali, più soldi e meritocrazia | Cosa contiene il nuovo contratto

Aumenti da 80 a 100 euro circa, smart working e lotta ai furbetti. Un rinnovo atteso per 12 anni.

PALERMO – Oggi per l’amministrazione regionale è un giorno storico. Dopo 12 anni è arrivata la firma di un nuovo contratto di lavoro. Vengono così mobilitati più di 53 milioni di euro, questa, infatti, era la cifra che il governo regionale ha messo a disposizione dell’Aran Sicilia per riscrivere il trattamento economico dei dipendenti.

Con l’intesa la Regione si riallinea il trattamento dei suoi impiegati a quello di tutti gli altri impiegati pubblici statali. Il presidente della Regione Nello Musumeci descrive la firma come “un risultato straordinario con il quale restituiamo valore all’impegno dei lavoratori”. “In meno di un anno dall’accantonamento delle risorse e dalle direttive impartite dal Governo – evidenzia il governatore – si è arrivati alla firma. Un ringraziamento al presidente dell’Aran Ninni Gallo e ai componenti e alle organizzazioni sindacali che hanno lavorato in sinergia con grande impegno”.

A esprimere soddisfazione per un traguardo anche l’assessore alla Funzione pubblica Bernardette Grasso. “Sono stati introdotti – sottolinea – nuovi criteri che premiano la meritocrazia e vanno nella direzione di valorizzare le risorse professionali dell’amministrazione regionale. Adesso, il prossimo passo è quello del rinnovo del Contratto dei dirigenti”.

Il contratto riguarda il triennio 2016-2018 e prevede l’incremento del 3,48% delle retribuzioni. Tale aumento è previsto con un effetto retroattivo dal primo gennaio 2018. Da quella data si intenderà attivato a regime proprio come nei rinnovi contrattuali di tutto il pubblico impiego.

Nonostante il maggior periodo di blocco contrattuale subito rispetto agli altri settori pubblici, gli incrementi non sono stati destinati in tutto agli aumenti tabellari. Una quota delle risorse è stata destinata a incentivare il miglioramento della produttività e dei servizi a beneficio dell’utenza, in misura comunque superiore a quella di tutti gli altri comparti pubblici. Insomma, gli aumenti saranno in parte connessi alla qualità del lavoro fatto. In questo senso l’incremento che potrebbe avere un dipendente regionale è pari a 104 euro. Il lavoratori ministeriali invece non hanno la busta paga più pesante se lavorano meglio. Un’ulteriore quota  delle risorse della produttività sarà usata per favorire la mobilità dei dipendenti verso sedi della Regione con forti carenze di personale o elevati carichi di lavoro o in presenza di eventi eccezionali e non prevedibili dovuti anche ad emergenze ambientali.

La meritocrazia è uno dei fili rossi che lega le norme del contratto. È prevista l’abolizione del vecchio Fondo di produttività (Famp) e dei vecchi criteri di erogazione a pioggia delle risorse, con l’introduzione di nuovi criteri di selettività legati alla valutazione della performance organizzativa e della performance individuale dei dipendenti sulla base del sistema di valutazione adottato dalla Regione e certificato dall’Organismo indipendente di valutazione.

Nell’accordo c’è anche la stretta per i fannulloni in ufficio ed i furbetti del cartellino per cui ci sono regole più restrittive e sanzioni per le infrazioni disciplinari .

Il testo prevede poi l’istituzione di una apposita commissione paritetica per la revisione dell’ordinamento professionale fermo da oltre 20 anni, l’introduzione di nuovi criteri per gli incarichi di posizioni organizzative che vanno a valorizzare la capacità professionali dei funzionari. Inoltre saranno riattivate le progressioni economiche interne per la valorizzazione dell’esperienza professionale del personale con criteri di meritocrazia e selettività previo superamento di corso di formazione ed esame finale ad una percentuale limitata del personale in sintonia con quanto già applicato negli altri settori del pubblico impiego.

Nell’accordo, infine, viene introdotto lo smart working, lo strumento che consente un più razionale utilizzo delle risorse umane e che può essere impiegato in sedi Regionali diverse da quelle di appartenenza, in relazione alle esigenze dell’amministrazione derivanti da carenze di personale o incremento dei carichi di lavoro.


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