PALERMO – Ha preso il via dalla stazione Notarbartolo di Palermo il corteo di protesta dei privati convenzionati della sanità, reduci da quattro giorni di serrata. Quattromila circa i manifestanti, provenienti da tutta la Sicilia, tra cui pazienti, medici di tutte le branche specialistiche (23) e dipendenti delle strutture sanitarie private convenzionate: diretti tutti alla sede dell’assessorato regionale alla Salute, in Piazza Ottavio Ziino, per invitare l’assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo a dimettersi.
Non solo bandiere sventolate in alto delle 18 sigle sindacali e degli ambulatori privati siciliani convenzionati con la Regione (1800 in tutta l’isola), i manifestanti hanno sfilato con megafoni e striscioni con su scritto: “Hanno distrutto la sanità che funziona”, “Più pazienti necessitano di cure e più tagliano i fondi”. E ancora: “La sanità privata si deve solo sostenere non demolire”. “Arginare gli sprechi nelle Asp”, “Qualità per le cure”, si legge ancora.
“Oggi grazie all’assessore Volo 250mila cittadini siciliani non potranno accedere alle prestazioni per essere curati. Volo devi andare a casa, di sanità non ne capisci niente. La sanità siamo noi che garantiamo l’80% delle prestazioni mediche del territorio”. Sono le parole urlate al megafono da Salvatore Gibiino, segretario nazionale regionale di Sindacato Branca a Vista (SBV). “Perché l’assessore Volo non va nei vari ospedali della provincia dove tutto è sottodimensionato?”, domanda Gibiino. “Reparti che dovrebbero essere formati da 8 medici e ne troviamo invece 4, turni allucinanti, reperibili un giorno sì e un giorno no. L’assessore Volo invece di pensare alla cura degli ospedalizzati pensa a distogliere personale dagli ospedali per fare le nostre prestazioni. Non ha capito niente, si dimetta”, insiste Gibiino. “Vergogna”. “Vai a casa”. “Volo prendi il volo”, urlano in molti.
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Filippo Iannelli di Assocendis-Andiar si sfoga: “Il diritto alla salute deve essere garantito a tutti. È impossibile che un paziente oncologico debba aspettare mesi e mesi per fare una tac o una risonanza. In questi giorni di sciopero migliaia di pazienti, tra tutte le strutture radiologiche siciliane, hanno dovuto rinunciare ad eseguire esami diagnostici”. “Veniamo trattati senza dignità, senza rispetto – continua Iannelli -. Dal 2012 siamo stati depauperati di oltre 40 milioni di euro. Nell’ultimo decreto avete abolito quasi il diritto di cura, di libera scelta del cittadino, istituendo i distretti e non consentendo ai pazienti di scegliere quello dove farsi curare”.
Anche Salvatore Calvaruso, fisiatra e segretario regionale del sindacato Ardiss Fkt, si è rivolto all’assessore Volo mettendo in ballo “i nove decreti che hanno massacrato la nostra categoria”. Non solo. “L’84% delle prestazioni le eroga solo il privato – precisa Calvaruso -. Vogliamo sapere cosa eroga il pubblico e cosa il privato. Negate i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Ci rivolgeremo al ministero affinché siate commissariati”.
Salvatore Brancato, medico specialista in odontostomatologia presso uno studio odontoiatrico a Ciminna ha percorso 45 chilometri per arrivare stamani davanti all’assessorato alla Salute e manifestare contro i tagli della sanità: “Le tariffe sono ferme da decenni – dice -I tagli della sanità stanno già portando ad una situazione di default, svolgendo un’azione capillare di assistenza sanitaria chiediamo rispetto per la salute dei cittadini”.
Tra gli altri, anche Monica Santospirito, dipendente del Consorzio Aml di Catania, tiene in mano un cartello con su scritto “Pazzi! Basta tagli”. Il riferimento è ai tagli del budget del 15% effettuati negli ultimi dieci anni: “Invece di aumentare, diminuiscono, costringendo i pazienti alle prestazioni a pagamento, anche se hanno diritto alla esenzioni. All’assessore Volo chiediamo che la sanità non sia soltanto per i ricchi, ma accessibile a tutti”.
Nicolò Rosario Inglese, fisiatra presso uno studio a Castellammare del Golfo, nel Trapanese, spiega così i motivi della protesta: “Al centro della manifestazione ci sono non solo i budget, che sono la linfa vitale della struttura accreditata, i quali hanno subito dei tagli progressivi, divenendo insostenibili, considerando delle tariffe ferme a circa 30 anni fa. Ma anche i costi che sono lievitati, a causa della crisi economica degli ultimi tre anni. C’è poi un atteggiamento da parte dell’assessorato molto discriminatorio con imposizioni di budget annuali sottostimati, imposti in modo retroattivo. Alla fine di un anno, in cui la struttura ha dato le prestazioni sanitarie richieste dal pubblico, ci si ritrova a non aver riconosciuto nemmeno il budget preventivato per quell’anno, come accaduto per l’anno in corso e ancor più per il 2020, anno che ha contemplato la chiusura coatta delle strutture, dovuta alla pandemia”.
Durante la manifestazione i titolari dei laboratori privati convenzionati hanno gettato le chiavi a terra davanti alla sede dell’ assessorato regionale della Sanità. “Un gesto simbolico”, spiegano i manifestanti, che hanno invitato più volte l’assessore Giovanna Volo a dimettersi. “Scenda dalla sua camera dorata – chiosa Gibiino, riferendosi alla Volo -. Venga nei nostri studi quando ci troviamo costretti a dire ai nostri pazienti di eseguire la prestazione tra sei mesi e, piangendo, ci dicono che non possono permetterselo”.
Presente alla manifestazione anche il deputato di Sud chiama Nord Ismaele La Vardera: “Sono qui per testimoniare la mia vicinanza a un comparto che chiede risposte e per chiedere alla Volo di ricevere una delegazione di manifestanti”. Richiesta accolta dall’assessore. Che ha però lasciato l’amaro in bocca al deputato La Vardera: “La Volo ha preferito non avermi all’interno della delegazione stessa. Prendo atto di questa scelta, ma alla fine l’importante è che si risolva tutto per il bene della categoria”.
Il breve incontro tra l’assessore alla Salute e la delegazione dei sindacati, al momento, non ha portato nulla di concreto: “L’assessore Volo ci ha detto che cercherà di individuare risorse aggiuntive per ripianare la riduzione di 32 milioni di euro dell’aggregato del 2022 rispetto al 2021 – spiegano i coordinatori del Cimest (Coordinamento Intersindacale Medicina Specialistica di Territorio) -. Per l’aggregato del 2023 entro 15 giorni rifarà la programmazione sanitaria valutando di modificare l’assegnato”.
Infine, “oltre ai problemi della sanità privata – sottolinea Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ar – ci sono le enormi carenze di quella pubblica, che sembra essere dimenticata dal governo regionale. E c’è anche la vicenda dei precari-Covid rispetto alla quale assistiamo ad un continuo scaricabarile tra il governo regionale e quello nazionale, anche se sono dello stesso colore politico”. “Il diritto alla salute deve essere garantito a tutti i siciliani nel modo migliore – conclude Catanzaro – su questo tema così importante il gruppo Pd all’Ars non farà sconti al governo, sostenendo e difendendo le esigenze dei cittadini”.