'Ndrangheta, Eurospin Sicilia in amministrazione giudiziaria VD

‘Ndrangheta, Eurospin Sicilia in amministrazione giudiziaria VIDEO

Per un anno l'azienda sarà amministrata dal tribunale. Ha un fatturato di 900 milioni di euro e 2500 dipendenti. Ecco come sarebbe stata infiltrata.
L'INCHIESTA
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REGGIO CALABRIA – Amministrazione giudiziaria di un anno. È questo il provvedimento preso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria a carico di Eurospin Sicilia spa, società per azioni con sede a Catania e attiva nel settore della grande distribuzione organizzata. Si tratta del colosso dei supermercati, con oltre cento punti vendita in Calabria e Sicilia, un fatturato annuo di circa 900 milioni di euro e 2500 dipendenti che, secondo le indagini, sarebbe stato infiltrato dalla ‘ndrangheta.

In base a quanto reso noto dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della procura diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, il coinvolgimento dell’impresa catanese sarebbe emerso nell’ambito dell’inchiesta Planning, una maxi indagine resa nota a luglio 2022 che aveva portato all’arresto di 12 persone e al sequestro di beni per 32 milioni di euro. Ai tempi, le accuse nei confronti degli indagati erano, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno, associazione per delinquere, impiego di denaro di provenienza illecita, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, tutti comunque aggravati dalle modalità mafiose. 

La costruzione di nuovi Eurospin

Oggi un nuovo provvedimento collegato all’indagine: ci sarebbe stato uno “stabile rapporto di oggettiva agevolazione tra l’esercizio delle attività economiche dell’impresa – in particolare l’espansione commerciale sul territorio – ed esponenti della ‘ndrangheta o collusi con questa”. In altri termini: la costruzione e la ristrutturazione di alcuni punti vendita in Calabria, a Reggio Calabria o nella sua provincia, sarebbero avvenuti attraverso imprese formalmente intestate a prestanome ma, di fatto, gestite da imprenditori contigui alla ‘ndrangheta.

L’infiltrazione della criminalità organizzata calabrese avrebbe condizionato le scelte delle imprese che avrebbero dovuto eseguire i lavori. Per questi motivi è stata decisa l’amministrazione giudiziaria per il periodo di un anno: “al fine di arginarne – si legge nella nota delle fiamme gialle – la contaminazione mafiosa“.


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