Palermo, inferno Vucciria: musica, alcol, droga e zero controlli

Una notte all’inferno-Vucciria: musica, alcol, droga e zero controlli VIDEO

Il quartiere diventa una zona franca

PALERMO – La Vucciria resta un girone infernale. Un luogo dove è tutto è consentito. I decibel che spaccano i timpani, l’alcol a fiumi, la droga spacciata e consumata senza nascondersi troppo. Non ci si può sorprendere se poi esplode la violenza.

I controlli ci sono, ma non sono costanti. E senza costanza, mentre qualcuno alza la musica, allo Stato tocca alzare bandiera bianca. Non c’è il presidio fisso che servirebbe e che, si sente spesso ripetere, il numero delle forze dell’ordine a disposizione non riesce a garantire.

Vengono eseguiti dei blitz e dei controlli interforze. Servono i camion per portare via i banchi dei venditori abusivi di alcolici. E poi? Poi tutto torna come prima.

Venerdì sera c’erano tre pattuglie della guardia di finanza, dei carabinieri e della polizia municipale accanto all’ingresso della chiesa di San Domenico. Così è stato stabilito al comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dal prefetto Massimo Mariani.

È altrove, però, un centinaio di metri più in là, che va in scena il solito delirio. Percorri a piedi la stradina che da piazza San Domenico conduce a piazza Caracciolo. È la musica che guida anche chi non conosce la zona.

Hanno piazzato le casse agli angoli come si fa nei rave party. I banchi per la mescita sono disposti a quadrato. Alcuni sono di ambulanti totalmente abusivi, altri appartengono ai titolari dei locali che si affacciano sulla piazza.

Suolo pubblico, divieti di vendere alcolici in bottiglia e ai minorenni: nessuna regola, nessuno scrupolo. Le leggi sono fatte per essere violate.

Gli shottini vanno giù, uno dietro l’altro. Rum e sambuca a un euro. Una birra due euro. Manca una manciata di minuti all’una di notte, la piazza è piena di palermitani e turisti. Sono per lo più giovanissimi.

Sulla scalinata che conduce in via Roma, al fianco della chiesa di Sant’Antonio Abate (ai palermitani è nota come la chiesa dell’Ecce homo), o agli angoli della piazza ci sono dei ragazzi di colore.

Stanno fermi, si muovono solo quando si avvicina qualcuno e per andare da qualcuno. Ricevono l’ordine della droga e lo passano a chi deve andare a recuperare la dose di marijuana, hashish o crack nascosta poco distante. Li vedi allontanare in direzione della Cala o, al lato opposto, verso via Venezia, attraversando via Roma, per fare ritorno poco dopo.

Sono i mammasantissima legati a Cosa Nostra che, almeno in passato è stato così, autorizzano a vendere alcol e droga.

Questa è la Vucciria. Dove con cadenza preoccupante scoppiano risse. Nelle notti palermitane si muovono gruppi organizzati che agiscono come gang.

Arrivano dalle periferie (Zen, Borgo Nuovo, Brancaccio) e dal centro (Zisa). Mostrano i muscoli e cercano lo scontro per fare vedere chi comanda. Appena una settimana fa una trentina di persone si sono affrontate in via dei Chiavettieri.

“Sos Palermo” è la campagna che Livesiclia ha lanciato per dare voce a chi crede che si possa e si debba fare di più. “Questa città la possiamo e la dobbiamo cambiare”, ha detto l’arcivescovo Corrado Lorefice benedicendo la salma di Totò Schillaci in Cattedrale nel giorno del funerale.

La Vucciria è il caso limite in una città caotica. Le notti non fanno eccezione. Posteggiatori abusivi, auto parcheggiate ovunque e in maniera selvaggia. Non è il pagamento del pass per la Ztl che scoraggia gli incivili.

Piazza Magione, la zona di accesso al molo trapezoidale, la Cala, il Foro Italico: ovunque è un proliferare di posteggiatori abusivi (ci sono intere zone trasformate da anni in parcheggi a pagamento) e ambulanti fuorilegge. Il centro storico è un suk.

La brutta storia dello stupro del Foro Italico, per il quale è in corso un processo che stabilirà se i giovani imputati siano o meno colpevoli, fece emergere che la la serata era iniziata alla Vucciria.

Alcune immagini immortalavano il gruppo di ragazzi davanti ad un chiosco abusivo di alcolici. Era il mese di luglio 2023. Un anno dopo alla Vucciria nulla è cambiato. Nonostante l’indignazione.


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