Gli omicidi La Torre, Dalla Chiesa e Mattarella. I rapporti con Salvo Lima, Andreotti, col finanziere Gaetano Caltagirone e con i cugini Nino e Ignazio Salvo di Salemi. Il consociativismo nel “sacco” di Palermo e le giunte comunali Piraino, Martellucci, Pucci, Insalaco e Orlando. La collaborazione con i carabinieri del Ros e gli appunti dal carcere. Tutta la verità di Vito Ciancimino, ex sindaco e assessore di Palermo, condannato per mafia e morto nel 2002, negli appunti scritti di sua mano che sarebbero andati a comporre un libro, “Le mafie”, da consegnare in eredità alle future generazioni della famiglia Ciancimino. Per dimostrare che il suo operato era inserito in un sistema fatto di corruzione e collusione con la mafia.
Le memorie di Vito Ciancimino, come emergono dai documenti che il figlio Massimo ha consegnato ai magistrati palermitani, rappresentano la sua versione dei fatti degli ultimi trent’anni di storia siciliana ma anche italiana. Non si tratta di verità “assolute”, ma di documenti esclusivi che Livesicilia mostra ai suoi lettori nella certezza che la capacità di giudizio di questi ultimi sia il miglior filtro per questa “rilettura” della recente storia d’Italia.