Ast, la protesta dei lavoratori: "Non sappiamo che fine faremo"

Ast, la protesta dei lavoratori: “Non sappiamo che fine faremo” VIDEO

In bilico il futuro del Cda e di oltre 800 dipendenti

PALERMO – Preoccupazione e rabbia sotto la sede dell’Azienda siciliana trasporti. Una trentina di lavoratori dell’Ast si sono fatti trovare davanti all’ingresso della partecipata regionale, in via Caduti senza Croce a Palermo, come segno di protesta, per capire quale sarà il destino della società e di chi ci lavora. Questione di ore, forse minuti, e il governatore della Sicilia Renato Schifani deciderà se revocare o meno il Consiglio di amministrazione dell’Ast, a causa della “palese violazione dei termini di legge per l’approvazione del bilancio 2021”, così come annunciato nei giorni scorsi.

Ad organizzare il sit-in di protesta  il sindacato nazionale Fast Confsal, capeggiato da Giuseppe Cottone, segretario nazionale organizzativo con delega al trasporto pubblico locale: “Siamo qui – spiega Cottone – per capire quali prospettive ci sono per questa azienda e quale futuro attende gli oltre 800 lavoratori della società”.  Con Cottone anche Luciano Bellaprima, dipendete di Ast da 22 anni, non nasconde la sua preoccupazione: “La situazione è critica -dice – vogliamo capire che fine faremo e se possiamo portare ancora uno stipendio a casa”. 

Mario Landriscina lavora all’Ast da 25 anni ed è partito questa mattina presto da Catania per “manifestare le nostre preoccupazioni visto che la politica regionale è in una fase di stallo e non ci dà garanzie sul nostro futuro. Vorremmo più certezze. Anche perché dopo 25 anni si sta verificando una situazione anomala”. 

Preoccupato anche Paolo Rondoni: “Lavoro all’Ast da 20 anni e ho visto varie amministrazioni cambiare ma sempre con problematiche di mezzi e persone – ammette -. Posso però dire che la nuova gestione ha cercato di reagire alle problematiche con forza e determinazione”. Quindi l’appello: “Chiediamo al presidente Schifani di non revocare il Cda. Il risultato non cambierebbe, servono invece investimenti sia economici che strutturali”. 


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