Catania, 'corse di cavalli': l'ombra della mafia FOTO- Live Sicilia

Catania, ‘l’agenzia delle corse di cavalli’: l’ombra della mafia FOTO

Tra i denunciati un esponente dei Laudani. Le indagini non si fermano.

CATANIA – L’ombra della mafia nelle corse clandestine. Un giro che aiuta molte volte a far ingrossare i portafogli dei boss. Ci potrebbe essere molto di più che una semplice denuncia nei confronti di tre licodiesi, di cui un 66enne con già nel curriculum una condanna per mafia come appartenente al clan Laudani di Catania. Sul nome gli investigatori mantengono il massimo riserbo. Bocche cucite che fanno comprendere come quello messo nero su bianco ieri in un comunicato stampa inviato alle redazioni dei giornali sia solo la punta dell’iceberg di un’inchiesta molto più vasta. E che potrebbe portare anche a collegamenti con la criminalità organizzata. Legami tutti da verificare, non può certo bastare l’affiliazione di un’indagato per maltrattamento di animali.

Molti input investigativi sono arrivati direttamente dai social network dove i ‘fantini’ postano anche in diretta le corse clandestine di cavalli (o video montati con colonne sonore neomelodiche) che si tengono tra le curve delle strade dell’Etna o nelle sperdute strade del calatino. In questi ultimi dodici mesi sono stati molte le operazioni collegate alle competizioni abusive in calesse. In questo caso è stato i carabinieri hanno scoperto a Santa Maria di Licodia una stalla abusiva improvvisata all’interno di un fabbricato dove c’erano tre cavalli, di cui uno chiamato come un famoso stilista ormai scomparso. Forse Versace. Quello sarebbe stato il quartier generale dei tre denunciati per organizzare gare di cavalli.  Il dato inquietante è che i militari hanno trovato anche molti farmaci dopanti.

Le indagini, dunque, continuano per appurare se dietro questo ‘agenzia delle corse clandestine’ possa esserci la mano della mafia. D’altronde è un collegamento storico quello tra le corse clandestine di cavalli e alcuni clan mafiosi. A Picanello ci sono i Piacenti, detti Ceusi, che sono ‘specializzati’ in questo affare illegale. Ma ci sono anche boss di Cosa nostra che hanno avuto la fissazione dei cavalli: uno tra tutti Angelo Santapaola, cugino del padrino Nitto, ucciso nel 2007 dai vertici di Cosa nostra. Ma poi c’è anche il capo storico del gruppo Ottantapalmi di Catania Turi Amato, sposato con Grazia Santapaola (figlia di Turi Colluccio, anche lui cugino del capomafia Benedetto, e sorella di Ciccio ritenuto reggente nel 2016 della cupola catanese). In via della Concordia, a casa del mafioso, i poliziotti hanno trovato carrozze in perfetto stile Gomorra. Quasi un anno e mezzo fa poi c’è stato un blitz a Messina a cui emerse l’organizzazione di corse clandestine che vedevano contrapposti clan messinesi e catanesi. Per una gara truccata ci furono tensioni che avrebbero potuto sfociare anche in una guerra. 


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