La Regione Siciliana contro il bullismo: presentato il progetto VIDEO - Live Sicilia

La Regione Siciliana contro il bullismo: presentato il progetto VIDEO

Saranno coinvolti i genitori, gli studenti e i docenti

PALERMO – Un progetto pilota per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo, progetto finanziato con un milione e 800mila euro dalla Regione Siciliana che coinvolgerà la stessa Regione, l’Ufficio Scolastico Regionale, il Telefono Azzurro, l’associazione MaBasta (Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti), la Fondazione Carolina, nata dopo il suicidio della studentessa Carolina Picchio nel gennaio 2013.

I numeri

Durante l’anno scolastico 2021-2022, come viene fuori da un report della Regione Siciliana, il 23% degli studenti ha subito un atto di bullismo, il 7% è stata vittima di cyberbullismo. Numeri che destano preoccupazione, anche dopo quanto avvenuto nelle scorse settimane con il suicidio dello studente della scuola palermitana Vittorio Emanuele.

Come si svolgerà il progetto

Oltre le numerose associazioni, naturalmente, saranno coinvolte le scuole, gli studenti e le famiglie. “Il progetto – ha spiegato Schifani – partirà nel 2024 e coinvolgerà tutte le provincie e tutte le scuole dell’Isola (802 ndr). Capo fila del progetto sarà il liceo scientifico Galileo Galilei di Palermo”.

I docenti saranno formati con un percorso di 25 ore e sarà curato dai formatori individuati dai referenti regionali. I genitori degli studenti saranno coinvolti in precorsi online (4 incontri da 2 ore) e due incontri in presenza da 2 ore ciascuno.

Per gli studenti del primo ciclo formativo è previsto un percorso di formazione a cura dell’Associazione MaBasta, con un incontro giornaliero. Gli studenti del secondo ciclo saranno formati dall’associazione Carolina e avranno 3 incontri da 2 ore ciascuno.

Al termine tutti saranno coinvolti in un campus che coinvolgerà 100 studenti, 100 genitori e 50 componenti del personale scolastico.

Tutto questo sarà accompagnato da una campagna di comunicazione per la sensibilizzazione, diffusione della conoscenza della piattaforma e alla promozione.

Schifani: “Dati preoccupanti”

“La Regione è vicino a chi soffre e ai genitori – ha dichiarato il presidente della Regione Renato Schifani -. Noi stiamo facendo la nostra parte, stiamo investendo in termini finanziari e di risorse umane coinvolgendo anche la scuola, il mondo didattico e i genitori. I dati sono preoccupati ed è meglio che emergono in maniera tale da averne conoscenza e si adottino le misure adatta al contrasto”.

Pierro: “Progetto di tutto rispetto”

“È un finanziamento messo a disposizione dalla Regione e abbiamo inteso fare una proposta di prevenzione e contrasto – ha spiegato il direttore generale dell’Usr Sicilia, Giuseppe Pierro -. La prevenzione intesa come formazione per i docenti, studenti e genitori. Il contrasto lo faremo mettendo in atto una serie di protocolli con una linea telefonica dedicata e con una serie di partner che abbiamo cercato di riunire in un progetto di tutto rispetto. Gli episodi di cyberbullismo – ha concluso Pierro- accadono nel tempo libero, a scuola il cellulare non si può usare. Dobbiamo educare al rispetto ma occorre collaborazione da parte delle famiglie per il controllo”.

Turano: “Interrompiamo la catena folle”

“Questo è solo il primo passo. È chiaro che dobbiamo cominciare ad una campagna di comunicazione“ – ha dichiarato Mimmo Turano, assessore all’istruzione -. “Un ragazzo – ha continuato Turano – non può guidare l’automobile se non compie 18 anni e non ha la patente, oggi lo strumento dei social viene diffuso senza considerare a cosa può portare questo strumento. Dobbiamo interrompere questa catena folle”.

Albano: “È ora di intervenire”

“È un fenomeno in continuo aumento, dobbiamo cercare i rimedi – ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali Nuccia Albano -. I soggetti da coinvolgere sono le famiglie, la scuola e le istituzioni, dobbiamo fare squadra e dobbiamo aiutare i ragazzi fragili. È importante formare le famiglie, si devono formare per contrastare questo fenomeno. È il momento di intervenire nelle scuole e con le famiglie per una formazione adeguata”.


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