Lavoratori senza stipendi| La Regione non ha liquidità - Live Sicilia

Lavoratori senza stipendi| La Regione non ha liquidità

La firma apposta dal sindaco Bianco sui buoni di prelevamento dalla Tesoreria dell’Ente non ha sortito effetti sulle tasche dei dipendenti. “La vertenza Bellini” entra in consiglio comunale. Giuffrida: “ Serve un intervento immediato”.

CATANIA – Teatro Bellini a passo di gambero: uno avanti e due indietro. La firma apposta dal sindaco Bianco sui buoni di prelevamento dalla Tesoreria dell’Ente non ha sortito effetti sulle tasche dei dipendenti, che rimangono rigorosamente vuote. “L’ultimo stipendio che abbiamo percepito è quello di agosto, pagato nel mese di novembre”, spiega Antonio De Simone, lavoratore del Bellini. Degli arretrati, per i quali erano stati predisposti ed effettuati i mandati dalla Regione, non si hanno notizie. O meglio, i lavoratori, che in queste ore meditano di indire un nuovo sciopero, fanno sapere di avere appreso che “la Regione ha un problema di liquidità”. Questo lo scenario che emergerebbe da un incontro tra la deputata regionale Concetta Raia e il ragioniere generale della regione. “I mandati sono pronti ma manca la liquidità per poter essere pagati, questo vale per tutti e tutto compreso gli stipendi dei lavoratori della regione Sicilia, dei comuni ed altro ancora, la ragioneria generale sa che per voi e lo Stabile la priorità è massima, quindi non appena c’è liquidità sarete in primi ad essere pagati”.

Così scrive la deputata democratica sulla pagina facebook del gruppo “Non uccidete il teatro Bellini di Catania”. Una notizia, che incrementa le paure dei dipendenti, e si somma alle criticità rilevate da lavoratori e sindacalisti nei giorni scorsi: la mancata nomina di un Cda e l’impossibilità di programmare la nuova stagione. Problemi che ieri sono approdati in consiglio comunale attraverso un documento del consigliere di area centrodestra, Salvatore Giuffrida. Il presidente della Commissione Permanente indica tre elementi decisivi: la nomina del Cda, il reintegro del contributo comunale (500 mila euro che il Comune non versa più da un decennio) e “lo sblocco del bilancio consuntivo”.

 

 

 

 


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