Partinico, rinasce il teatro abbandonato: "Ora è un punto di riferimento"

Partinico, rinasce il teatro: “Ora è un punto di riferimento”

La storia di Giuseppe Di Trapani e del teatro Gianì che era abbandonato

PALERMO- Far rinascere un teatro significa ridare voce a tutte le vite vere o immaginarie che può contenere. A chi è sul palco e a chi guarda in platea, senza distinzioni temporali perché l’arte – anche l’arte popolare – si declina al presente.

Il teatro Gianì, a Partinico, fino al 2014 era uno strappo nel tessuto sociale, un luogo abbandonato. E’ stata la caparbietà di Giuseppe Di Trapani (nella foto), già sindaco della città in anni difficili, a riportarlo alla luce. L’intervista in video che segue sviluppa la storia nel dettaglio, ma qui è utile accennarla grazie alla memoria del suo protagonista. “Siamo nell’Ottocento quando il teatro viene alla luce – racconta Di Trapani -. Il suo palcoscenico, negli anni, ospitò numerosi spettacoli, dicono le cronache, seguiti da un folto pubblico. Nelle testimonianze del passato ci si riferisce pure alle ‘sciantose’ che venivano da Napoli e che, per la loro bellezza, diventavano spesso il desiderio proibito dei giovani di qui”.

Poi, la trama narra del decadimento e della desuetudine dei luoghi. Successivamente gli immobili vengono acquistati dalle sorelle Gianì, di ricca e nobile famiglie, e donati, alla loro morte, alla Diocesi di Monreale. Fino a quando Giuseppe Di Trapani e la sua Accademia della Cultura si mettono a disposizione. “Ringraziamo la Diocesi, che è proprietaria, per la vicinanza – dice ancora Di Trapani -. Abbiamo una scuola di musica con più di cento allievi, grazie alla collaborazione con il Conservatorio di Trapani, abbiamo la scuola di teatro e la rassegna teatrale. Il nostro impegno è massimo, perché un mondo senza cultura è un mondo senza futuro”.


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