"Buone notizie, Giulio è uscito"| Tutti in gommone per il summit - Live Sicilia

“Buone notizie, Giulio è uscito”| Tutti in gommone per il summit

La scarcerazione di Caporrimo era attesa dagli uomini del clan

PALERMO – Aspettavano tutti la scarcerazione di Giulio Caporrimo. Personaggio dai “cento carati” di mafiosità, come diceva Benedetto Di Maio, fratello di due uomini d’onore di Tommaso Natale. Caporrimo e altre nove persone sono di nuovo in carcere.

La buona notizia

“… l’hai sentita la buona notizia?… è uscito Giulio… è uscito e domani è a Palermo già”, dicevano in giro persone estranee a Cosa Nostra, ma parecchio interessate. Era il 27 febbraio 2017 e Caporrimo finiva di scontare la pena. Iniziarono i sette mesi monitorati dai carabinieri del Nucleo investigativo. Nel settembre successivo il boss sarebbe tornato in carcere.

Il primo incontro

Il 3 marzo era già operativo. In barba alla sorveglianza speciale che gli era stata imposta si recò ad un appuntamento con Nunzio Serio, suo fedelissimo e reggente del mandamento durante la sua assenza forzata. Caporrimo ha cercato di non dare troppo nell’occhio, scegliendo anche degli incensurati per fare da filtro e organizzare gli appuntamenti. Tutto inutile: i militari e i pubblico ministeri della Dda lo tallonavano sin dal primo istante della sua scarcerazione.

Summit in gommone

Lo hanno seguito ovunque, persino a largo delle acque di Sferracavallo. Perché Caporrimo organizzava gli incontri di mafia in gommone, oppure all’interno di un cantiere nautico a Barcarello dove ebbe un confronto con Calogero Lo Piccolo.

Il 4 luglio c’erano tre imbarcazioni vicine con a bordo Caporrimo, Serio e Amedeo Romeo, un altro scarcerato per fine pena. Due giorni dopo alla comitiva si aggiunse Pietro Salsiera, altro pezzo grosso di San Lorenzo con una condanna a dieci anni in primo grado sulle spalle.

Ritorno al passato

Caporrimo era di nuovo in circolazione e le cose dovevano cambiare. Non era piaciuta la gestione di Francesco Paolo Liga “perché io sono accusato… il primo da Giulio – diceva Liga – che sono troppo buono, tipo che sono fesso con tutti, non sono capace a battere il pugno, a fare.. quello Giulio si imposta sempre che… una volta lo ha preso ha legnate… a bastonate lo ha preso”.

Pugno duro

Insomma, serviva fermezza. Lo sapeva bene Vincenzo Taormina, pure lui arrestato nella notte: “… ora ti faccio vedere che lui … ora appena lui si muove… vabbè che già lui si muove… mi hai capito. Adagio, adagio lui ci sta andando… e arriva a tutto… io non me lo posso scordare… quando lui è uscito la prima volta… ma c’erano qualche… una trentina di persone… tu ti devi stare là, tu ti devi stare là, tu ti devi stare là, tu ti devi stare là, tu ti devi stare là… tu devi venire lo devo sapere io, tu devi venire qua lo devo sapere… tutte cose devo sapere io… alle persone pure grandi…”.

Ritorno al potere

Caporrimo si era ripreso il potere. A settembre 2017 il nuovo arresto. Gli restava da scontare un residuo di pena. L’11 novembre c’erano i suoi familiari al colloquio. Con la moglie e il figlio parlavano di soldi, agenzie di scommesse e assunzioni.

Furia Caporrimo

Quando seppe che Nunzio Serio aveva fatto assumere alcune persone prima della figlia andò su tutte le furie: “Gli dici, dice mio padre fate i malandrini quando le persone sono arrestate ?… gli dici sono cose da sbirri ci dici mio padre vuole che glielo vai a dire a Piero che è sbirro… e vale pure per te ci dici… perché non parlano quando sono fuori?”.

Nel mirino c’era soprattutto Piero, la cui identità va ancora svelata: “… ci dici .•. dice mio padre sta uscendo e vi insegue a tutti… glielo puoi dire”. “… quanti sono ?”, chiedeva il figlio parlando di soldi: “… quarantamila euro … dice mio padre… li esci di tasca tu… dice mio padre… li esci dalla tasca tu o Piero…”. Di quale affare parlavano? Ci sono tanti cose da chiarire. Nel maggio del’anno scorso Giulio Caporrimo era di nuovo tornato libero. Le indagini di oggi riguardano solo il 2017.


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