Il dolce e precario sorriso di Eugenia: lacrime alla Fiera VIDEO

Il dolce e precario sorriso di Eugenia: lacrime alla Fiera VIDEO

Morta a trentasette anni. I ragazzi dell'hub vaccinale ricordano Eugenia Blandino.

PALERMO- C’è un mazzo di fiori, nell’hub della Fiera, sul tavolo di Eugenia, dove lei non siederà più. Forse ci saremo incontrati, ma non potevamo ricordarci l’uno dell’altra. Peccato, perché adesso che lei non c’è più, viene voglia di conoscere il suo sorriso che qui raccontano come memorabile.

Raccontiamo della morte di Eugenia Blandino, architetto di trentasette anni, e torneremo a scriverne, perché ci sono delle cose da chiarire circa gli eventi, come riportato in un nostro precedente articolo. Sappiamo che era andata due volte in ospedale. Lascia un compagno e un bimbo di due anni. Eugenia aveva due lauree, era una professionista molto brava, si era lanciata anima e corpo nell’avventura della guerra contro il Covid, lavorando proprio alla Fiera: lì dove servono tante figure per organizzare – dalla logistica al tracciamento – tutto quello che ruota intorno a un hub vaccinale.

I suoi compagni di avventura sorvegliano il tavolo con il mazzo di fiori, come se l’aspettassero a breve. Gli occhi sono rossi sopra la mascherina. Parlano e fatica e non vogliono essere ripresi. Chiacchierano con il cronista soltanto in disparte. E piangono. “Eugenia parlava spesso del fatto che era una precaria – raccontano – ma lo faceva con leggerezza. Era logico, diceva, aspettarsi che un giorno saremmo stati separati, alla fine della pandemia, noi che stiamo così bene insieme. Si dispiaceva un po’, ma aveva sempre quel suo sorriso bellissimo per farsi coraggio. E questo sorriso, oggi, ci manca moltissimo”.

Intorno, sono tutti indaffarati. C’è un viavai comprensibile. Qualcuno si ferma per pochi secondi al tavolino, sfiorandosi il cuore con una mano. C’è una caricatura che la mano dell’architetto Blandino aveva tratteggiato. Uno di quei disegnini che produciamo mentre, distrattamente, pensiamo ad altro. E chi potrebbe mai dire qual è l’ultima traccia prima della partenza? Non possiamo prevederlo. Ecco perché quello schizzo, adesso, ha involontariamente sembianze di eternità. “Siamo addolorati – dice il commissario Renato Costa -. Oggi lavoriamo come sempre, ma ci sono le nostre lacrime”.

Le lacrime, visibili o invisibili, sono deposte di fianco a quel mazzo di fiori, nelle vicinanze di un pc. Dacci oggi le nostre cose quotidiane e insegnaci a tenerle care perché sono infinite, questa è la preghiera che sale, silenziosa, alle labbra. Questo è il saluto al dolce, precario, indimenticabile sorriso di Eugenia.

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