San Cristoforo e il modello Caivano: "L'ultima occasione" - FOTO

San Cristoforo e il modello Caivano: “L’ultima occasione” – FOTO

L'ex consigliere Tringale interviene sul decreto che stanzia 25 milioni

CATANIA – L’ultima occasione da non sprecare e da non trasformare nell’ennesima occasione persa. Un finanziamento cospicuo, sebbene insufficiente, per un quartiere difficile, difficilissimo, non sempre tra i primi punti all’ordine del giorno delle varie amministrazioni comunali, che potrebbe avviare la propria rinascita, ma solo se ben utilizzato.

Ne è convinto Tuccio Tringale, ex consigliere comunale, che interviene in merito al Decreto Caivano che prevede per San Cristoforo 25 milioni di euro.

Da profondo conoscitore di quei luoghi, di cui ha portato avanti le istanze da consigliere comunale, di maggioranza e di opposizione, Tringale teme che il contributo possa andare disperso in mille rivoli, senza una grande idea progettuale che solo chi opera da tempo nel quartiere può immaginare.

“È la prima volta che c’è una reale attenzione del governo nazionale – dice – quindi è un’occasione più unica che rara che va concertata e organizzata e messa in atto nel migliore modo possibile”.

L’incontro con le associazioni

Su quali proposte avanzare al Commissario Straordinario di Governo, il sindaco Trantino ha deciso di confrontarsi con i dirigenti scolastici e i rappresentanti del Terzo Settore che operano a San Cristoforo, “per elaborare una piattaforma condivisa di idee e progetti per gli interventi da realizzare nel popoloso quartiere di Catania”, si legge nel comunicato stampa.

“Siamo convinti – afferma il sindaco nella stessa nota – che solo con un raccordo con le esigenze del territorio che la Scuola e il Terzo Settore impegnato nel sociale conoscono meglio di tutti, si potranno adottare le più idonee misure, senza rincorrere inutili cattedrali nel deserto”.

La concertazione troppo ampia

Una platea troppo ampia, per l’esponente di FdI ed ex esperto del sindaco Pogliese per i rapporti con il consiglio comunale, secondo cui troppe proposte senza una regia univoca potrebbero disperdersi in mille rivoli non certo utili a mettere in atto una profonda riqualificazione di un insieme di rioni caratterizzati da povertà educativa e degrado, ma anche da una profonda realtà associativa.

“Sono state invitate le associazioni in maniera trasversale – afferma Tringale – ma il problema è che molte di queste non lavorano a San Cristoforo e non ne conoscono la realtà. La concertazione ampia non aiuta”.

Tra i primi aspetti evidenziati dall’ex consigliere, la diversità e le esigenze di un territorio molto vasto.

“Il quartiere è enorme ed è diviso in rioni – ci dice. Le esigenze di Angeli Custodi, dove ho operato tanti anni, non sono le stesse del Fortino o di San Cosimo, non sono le stesse di via Barcellona o dei Cappuccini o di via Concordia. Confrontarsi con chi conosce queste peculiarità è importantissimo – sostiene ancora. È come come se l’amministrazione, a pochi giorni dalla notizia del finanziamento, si sia trovata in difficoltà e abbia chiesto aiuto al terzo settore”.

Nessuna visione per San Cristoforo

Senza avere, però, un’idea precisa, come peraltro le amministrazioni passate. “Ed è questo che ci spaventa – tuona l’esponente di FdI: il problema non è la singola proposta, ma fare un progetto a più ampio respiro, che veda il rilancio del quartiere”.

“Perché qui a San Cristoforo – continua – di strutture recuperate e abbandonate ne abbiamo tante, dal centro Alberto Sordi al Cinema Midulla e tante altre. Cattedrali nel deserto: finanziate, ristrutturate e abbandonate”.

“Fino a oggi – dice ancora Tringale – e non parlo solo dell’amministrazione Trantino, ma anche di quella Pogliese che mi ha visto protagonista, quella Bianco che mi ha visto all’opposizione e ancora quella precedente, guidata da Stancanelli, dove ero parte della maggioranza, non c’è stata una visione”.

Intanto a “scoprire” il quartiere sono i turisti

Un pezzo di città, tra i più antichi, abbandonato da anni, dunque, ma che i turisti hanno già riscoperto. Nel rione, a pochi passi dal centro cittadino sono infatti nate centinaia di strutture ricettive che ospitano visitatori provenienti da ogni parte. Che si trovano di fronte uno scenario inquietante, forse suggestivo ma certamente non edificante.

Oltre i rifiuti e la microdiscariche diffuse un po’ ovunque, salta all’occhio l’assenza di segnaletica, orizzontale o verticale, di arredi urbani e banchine percorribili: ciò che si vede è l’incuria in generale.

“Il sindaco Trantino ha parlato di rendere fruibile il quartiere ai turisti” dice ancora Tringale che ha assistito a una parte dell’incontro. Si potrebbe partire da qui: dando decoro e pulizia, oltre che istallando cartellonistica stradale e turistica, questa anche in inglese.

Un progetto che valorizzi strutture abbandonate da decenni, ex industrie artigianali, di strumenti musicali, immobili storici che nessuno conosce. È vero quanto detto dal primo cittadino, che, 25 milioni non bastano, ma si può fare molto”.

Le realtà che resistono

I modelli da seguire per contrastare la povertà educativa, la dispersione scolastica e fornire possibilità alternative allo spaccio e alla delinquenza, esistono. Uno ad esempio è Spazio 47 e la sua Città dei ragazzi, nel cuore degli Angeli Custodi.

“Spazio 47 è gestito da Marco Barbarossa, figlio di Dino tra i più profondi conoscitori dei servizi sociali della città – spiega Tringale – hanno preso in gestione la struttura e noi stiamo tentando di farla rivivere, con la scuola calcio e la scuola danza per i bambini, il teatro per i più grandi, il centro aggregativo per minori”.

“Nel campetto che abbiamo realizzato – racconta ancora Tringale – è venuto in visita il ministro Abodi. Dopo trent’anni che faccio politica, per la prima volta alle parole sono seguiti i fatti: ha visto i luoghi e i nostri sforzi e ha finanziato un progetto di quasi 500 mila euro per la ristrutturazione di tutto l’impianto sportivo”.

“Un importante segnale per cui devo ringraziare Manlio Messina: è grazie a lui che il ministro è venuto a conoscenza di questo luogo. Insomma – sottolinea l’ex consigliere – qui diciamo che il Decreto Caivano è stato anticipato. A San Cristoforo, sottotraccia, c’è un mondo operoso che lavora duro ma che viene preso in considerazione se non in momenti come questo”.

Un treno da non perdere

Un’occasione da non perdere poiché potrebbe essere l’ultima, secondo il meloniano. “Per questo insisto: vanno coinvolti i soggetti che sanno cosa serve, cosa può durare e cambiare realmente il volto di questo posto. Progetti a lungo termine e non spot, coinvolgendo realtà che hanno voglia di spendersi anche il giorno dopo e quello dopo ancora per San Cristoforo. Che intendano stare qui per altri vent’anni”.

“Per questo – conclude – con alcune figure storiche di questo quartiere, abbiamo creato il comitato “Ultimo treno”: ci siamo resi conto – conclude – che questa è l’ultima possibilità che può permettere a questo quartiere di rinascere, di riprendersi la sua storia e raccontarla”.

Per San Cristoforo sono stati stanziati 25 milioni per il rilancio.


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