Conte, Di Paola e Scarpinato: il comizio a Palermo - Live Sicilia

Conte, Di Paola e Scarpinato, il comizio a Palermo FOTO – VIDEO

La tappa finale in Sicilia in vista del voto

“Avanti tutta Giuseppe, siamo Con-te” è così che Palermo accoglie il leader del movimento 5 stelle Giuseppe Conte, in visita ieri sera nel capoluogo siciliano, nella tappa finale del suo tour de force, durato poco più di due giorni. “La nostra responsabilità è una sola”, tuona il presidente, appena salito sul palco. “Sempre e solo lavorare per voi”.

A fare da cornice il teatro Massimo. Di fronte a lui piazza Verdi. “Abbiamo realizzato l’80% del programma elettorale del 2018. Un record nella storia repubblicana” rivendica il leader, alzando il tono della voce: “Ci hanno accusato di trasformismo, di aver fatto patti con tutti, ma l’unico patto lo abbiamo fatto con voi. Il programma che vi presentiamo per questa campagna elettorale sarà la nostra unica stella polare”, assicura. “Lavorare, fare politica in questo modo costa sacrificio” sostiene il leader pentastellato, elogiando i portavoce che “hanno restituito milioni di euro in opere utili alla collettività. Questo è un mondo capovolto”, frase che ripeterà più e più volte. “Se fai qualcosa per i meno garantiti, per chi non ha voce, per chi non conta, per i più fragili, ti becchi l’attacco di tutto il sistema. Se invece fai come è sempre stato fatto, cioè lavori per i grandi gruppi imprenditoriali, per i soliti comitati d’affari, per i vari potentati, sei nelle grazie dei grandi giornali e delle Tv”.

Il programma elettorale

“Il salario minimo legale sarà la prima cosa che faremo nella prossima legislatura. Più determinati e arrabbiati di prima”, dice. “Una follia” che le altre forze politiche abbiano “alzato lo stipendio a dirigenti dello Stato, che già guadagnano 10mila euro netti al mese, e detto no al salario minimo legale”. Conte difende anche il reddito di cittadinanza, attaccato invece duramente da altri partiti. “Fanno la guerra contro i poveri. Dobbiamo lavorare alle politiche attive” suggerisce, lamentando che i soldi stanziati dai suoi governi per potenziare i centri dell’impiego siano rimasti inutilizzati. “14 regioni in mano al centro destra hanno lasciato i soldi lì. Non li vogliono toccare. Stanno boicottando questa riforma”. 

Il presidente protegge anche il superbonus, promuove il concetto di comunità energetica e ribadisce la contrarietà al riarmo. Esalta l’aver “portato a casa” i soldi del Pnrr, “che adesso tutti si candidano a spendere”.  Rilancia il piano di acquisto, di stoccaggio e tetto comune europeo al prezzo del gas.

“Ridare dignità al lavoro, lotta al precariato selvaggio, stop ai tirocini gratuiti”. È un fiume in piena. “I nostri giovani non li dovete sfruttare. Contrastare il caro bollette con il taglio del cuneo fiscale, ridurre le ore lavorative settimanali, permettere ai giovani di riscattare gratuitamente la laurea, introdurre il fondo di garanzia per permettere loro pensioni dignitose”. Parità salariare tra uomo e donna, parità di trattamento tra uomo e donna. “Dobbiamo spazzare via la domanda fatidica” rivolta alle sole donne, “lei ha o vuole figli?”. “Dobbiamo introdurre il congedo di paternità equiparandolo a quello delle donne”.

Ribadisce il contrasto alla mafia, all’illegalità e alla corruzione. Poi, parla di tutela e preservazione della biodiversità e degli ecosistemi. “Abbracciamo il futuro e tuteliamo l’ambiente” dichiara, celebrando la candidatura di Livio De Santoli dell’Università La Sapienza. “Uno dei massimi esperti in questo settore”. Si “deve” investire nella Sanità, “rendendola meritocratica” e anche nella scuola.

Le parole di Nuccio Di Paola

“A me sembra che Il movimento 5 stelle in Sicilia sia il primo partito. Il centrodestra, dopo i 5 anni fallimentari di questo governo che non ha fatto nulla, si ripropone con Schifani”, ha esclamato il grillino, attaccando senza usare mezzi termini il primo dei suoi “competitor”. “Dopo 10 anni di presidenti della regione che si sono distaccati dalla realtà, la Sicilia ha ancora bisogno di capetti?!”, ha domandato al pubblico, alludendo stavolta all’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca. “Noi faremo un’unica azienda sanitaria regionale. Perché la salute del cittadino deve essere identica, indipendentemente dal quartiere o dalla città nel quale vive”, l’ambizioso e proclamato intento, qualora “si riuscisse a governare”.

“In questi anni, i rifiuti sono stati in giro per la città… nonostante la tassa sui rifiuti sia aumentata a dismisura”, ha continuato Di Paola, toccando un altro tema, anzi problema, della nostra città. “NO, alla soluzione del centro destra di realizzare 2 mega inceneritori”. “Hanno avuto 10 anni per realizzare l’impiantistica che serviva e non l’hanno fatto. La politica ha favorito i padroni delle discariche private, che si sono arricchiti a spese nostre e del nostro ambiente”, ha incalzato. “Dobbiamo realizzare l’economia circolare. È questa la soluzione”. Predisporre “piccoli impianti di prossimità ad alta innovazione tecnologica”. 

Per “tagliare i costi” delle bollette della luce “che aumentano continuamente – anche in una terra come la Sicilia che ha un sole immenso tutto l’anno – faremo il reddito energetico. Daremo la possibilità a tutti i siciliani di poter realizzare a fondo perduto, coi soldi della regione, il proprio impianto fotovoltaico, solare-termico o eolico, realtà già esistente in altre regioni”. Far funzionare le politiche attive del lavoro e non sperperare i fondi del Pnrr, altri due importanti obiettivi che si è promesso di raggiungere. 

“Abbiamo le mani pulite – ha proseguito -. Dopo 10 anni di opposizione, vogliamo governare. Abbiamo la possibilità di farlo, l’opportunità che abbiamo è unica e irripetibile: governare per far sì che la Sicilia riparta”, le ultime battute del suo discorso, prima di cedere la parola all’ex magistrato Scarpinato. 

Le parole di Scarpinato

Accolto dagli applausi l’ex procuratore nazionale antimafia, candidato senatore del M5S, è tornato a far sentire la sua voce.

Sulla candidatura

“In questi giorni, continuamente mi chiedono perché, dopo più di quarant’anni di magistratura ho deciso di candidarmi al Senato col Movimento 5 stelle”, le prime parole dell’ex procuratore generale.

“Rispondo sempre allo stesso modo: per continuare a fare, in altri luoghi e con altri mezzi, da cittadino parlamentare, quello che ho fatto nella prima parte della vita come cittadino magistrato”. Cioè, “difendere la democrazia e la legalità in questo Paese”. 

Cita Falcone e Borsellino

“Volevo dare un contributo e sono andato sul fronte. La prima linea del fronte era quel palazzo – indica il tribunale di Palermo – dove c’erano Falcone e Borsellino. Abbiamo lottato contro poteri criminali potentissimi. Contro un sistema di potere mafioso, la cui forza principale era la borghesia mafiosa e para-mafiosa, asse portante degli equilibri politici di questo Paese”, dice. “Rina e Provenzano non sarebbero stati nessuno senza la protezione di presidenti del consiglio, di senatori, di colletti bianchi”. 

Ma perché scendere in politica?

“Con tutti i processi che ho fatto ho capito come funziona la macchina del potere in Italia”, ha continuato. “La politica non è solo quella che si vede. C’è un livello occulto che è fatto di accordi di corridoio, di congiure di Palazzo, di patti occulti con la mafia, di accondiscendenza alle richieste delle lobby”.

Ma perché proprio coi 5 stelle?

“Scendere in politica con il movimento 5 stelle significa tornare sul fronte. È l’unico partito che ha messo al centro della sua agenda la questione della mafia, la questione della legalità, la lotta alla corruzione. Non si tratta di un programma futuro ma di coerenza col passato. È stato l’unico partito che si è battuto contro l’impunità dei colletti bianchi e contro la giustizia di classe” asserisce, lodando le norme dell’ex Ministro Bonafede, “per questo, oggetto di bullismo mediatico senza precedenti”.

“Pensavamo che le stragi del ‘92 e ‘93 avessero segnato un punto di non ritorno. Che si fosse stabilito un minimo etico per cui certi vizi e certe tare del passato dovevano essere chiuse. Invece non è così. Sono tornati. Li abbiamo condannati e sono tornati. Da protagonisti della politica e vogliono decidere il nostro futuro. Col bavaglino per i soldi del Pnrr”. “Chi resta a casa e sta a guardare, per indifferenza o per disillusione, deve sapere che rischia di andare a dormire da cittadino e svegliarsi da suddito”, conclude duramente, tra i fortissimi applausi dei presenti. 


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