Due Forza Italia in Sicilia: Silvio, Licia e il partito diviso - Live Sicilia

Due Forza Italia in Sicilia: Silvio, Licia e il partito diviso

Sullo sfondo la battaglia tra Gianfranco Miccichè e il presidente della Regione Renato Schifani, acuita dalla Caporetto delle elezioni politiche

PALERMO – A una settimana dall’annuncio di Silvio Berlusconi, ci sono – ancora – due gruppi Forza Italia nell’Assemblea regionale siciliana, segno che la trattativa annunciata dal Cavaliere non abbia sortito alcun effetto. Sullo sfondo c’è la battaglia tra Gianfranco Miccichè e il presidente della Regione Renato Schifani, acuita dalla Caporetto delle elezioni politiche. LEGGI: tutti i nomi delle commissioni

Due nomi che contano

Due gruppi di Forza Italia all’Ars, con uno che è stato relegato, di fatto, all’opposizione. O “si è relegato”, in base ai punti di vista. Analizzando la composizione delle commissioni, emerge che non c’è alcun posto di rilievo per due esponenti del gruppo che fa riferimento a Gianfranco Miccichè: Michele Mancuso e Nicola d’Agostino.

L’ipotesi, all’ombra delle trattative, più annunciate che effettivamente realizzate, da Silvio Berlusconi e quindi da Licia Ronzulli, era quella di verificare se fosse possibile conciliare le richieste delle due fazioni di Forza Italia. I miccicheiani chiedevano di piazzare nella commissione Bilancio una “compensazione”: la presidenza a Michele Mancuso. Una scelta non causale, quella del gruppo Forza Italia 2, inserire un fedelissimo in un ramo che è guidato, in giunta, da Marco Falcone: si tratta del votatissimo esponente di Forza Italia, molto legato a Schifani.

Stesso discorso per Nicola d’Agostino, non c’è traccia del suo nome nella rosa che circola prima del voto, sarebbe dovuto andare alla presidenza della commissione Sanità. POLITICA – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

La Caporetto delle politiche

I problemi in Forza Italia non sono solo all’Ars. In corso c’è il regolamento di conti iniziato dopo il voto delle politiche. È un “tutti contro tutti”. La base storica, fatta anche di big, accusa Miccichè di aver pilotato le candidature privilegiando solo se stesso e Calderone. Le accuse proseguono anche nei confronti dei vertici del partito, per la presenza di numerosi “catapultati” nelle liste siciliane. E poi ci sono i conti in sospeso con chi si è seduto al tavolo del governo Meloni: la presenza della Forza Italia siciliana è irrilevante. Il risultato è che la patata bollente si trova, alla Regione, nelle mani di Renato Schifani che dovrà governare, salvo colpi di scena, con una maggioranza appesa al filo delle presenze, mentre viene accusato, dagli oppositori interni, di essere stato troppo aperto alle istanze politiche di Fratelli d’Italia e meno a quelle del partito. Ma c’è anche il gruppo, maggioritario, che sostiene Schifani, che ha organizzato le presidenze delle commissioni e che, al momento, porta a casa lo scacco matto nei confronti di Miccichè.

Ma non è ancora arrivata l’ultima parola. ARS SICILIA – DIRETTA A PARTIRE DALLE 15.00 QUI


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