Comunali '23, se la campagna elettorale si fa con i Caf VIDEO - Live Sicilia

Comunali ’23, se la campagna elettorale si fa con i Caf VIDEO

LiveSicilia ha fatto una passeggiata, con la telecamera, nel quartiere Antico Corso. Per scoprire che quasi tutti i patronati sponsorizzano candidati.

CATANIA – “Solo per i clienti residenti in tutta la zona del primo municipio diamo la possibilità di richiedere al posto loro la tessera elettorale grazie al consigliere Bertolo“. Via Vittorio Emanuele, centro storico di Catania. Il centro servizi di Antonio Bertolo, consigliere di circoscrizione che si ricandida per lo stesso ruolo alle prossime elezioni amministrative 2023, ha sulla porta che dà sulla strada un manifesto elettorale e, subito accanto, l’avviso: la tessera elettorale, necessaria per potere andare a votare il 28 e il 29 maggio 2023, si può recuperare anche grazie a lui. È solo uno dei modi con cui la campagna per le comunali si sposta in patronati e centri servizi: il Caf in questione è anche la segreteria di Bertolo, candidato di Fratelli d’Italia che ha per riferimento politico l’ex consigliere comunale, ricandidato anche lui, Daniele Bottino.

Il “controllo popolare antimafia”

Anche Bottino è finito per essere tra i protagonisti del tour tra i patronati fatto ieri mattina, e ripreso da LiveSicilia, da Matteo Iannitti, del Controllo popolare antimafia. Si tratta del gruppo di volontari di Arci, CGIL, I Siciliani giovani, Rete degli Studenti Medi, dell’associazione “Antimafia e Legalità”, in collaborazione con CittàInsieme, che già nelle passate tornate elettorali si erano impegnati a vigilare, da semplici cittadini, sul corretto andamento del voto. Un modo per controllare, ed eventualmente evitare, condizionamenti elettorali. Già nei giorni scorsi, annunciando l’inizio del presidio, il Controllo popolare antimafia aveva spiegato che i Centri di assistenza fiscale e i patronati sarebbero stati osservati speciali, visto che ricevono denaro pubblico per svolgere il lavoro di intermediazione con le amministrazioni dello Stato. I primi a finire davanti all’inquadratura della telecamera sono alcuni di quelli nel quartiere Antico Corso. Concentrati in poche centinaia di metri e tutti ugualmente espliciti.

Manifesti affissi all’interno e all’esterno del Caf anche in maniera illegale, visto il periodo in cui ci troviamo”, sottolinea Iannitti. E cioè nei trenta giorni antecedenti al voto, quando manifesti e affissioni murali sulle strade pubbliche sono autorizzati soltanto negli spazi dedicati alla propaganda elettorale. Un divieto che viene aggirato piazzando i manifesti elettorali sulle porte a vetri dei patronati. In via Plebiscito, di fronte alla scuola Manzoni – che sarà anche un seggio – c’è un Caf che sponsorizza la candidatura al Consiglio comunale di Daniele Bottino ed Elisa Cuturi. Bottino, già consigliere comunale, è stato eletto alle scorse amministrative nella lista Con Bianco per Catania, salvo poi essere protagonista di una giravolta politica piuttosto ben riuscita: dal gruppo del candidato sindaco di centrosinistra, è saltato nel centrodestra ed è diventato capogruppo in aula consiliare di Diventerà Bellissima, il movimento di riferimento dell’ex governatore e oggi ministro Nello Musumeci. Ormai confluito in FdI. Nella sala d’attesa del Caf, un tavolo bianco pieno di inequivocabili fac simile.

Da Daniele Bottino a Maria Grazia Felicioli

Basta proseguire lungo via Plebiscito, in direzione dell’ex ospedale Vittorio Emanuele, per imbattersi in un Caf dell’Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani), un colosso nazionale del settore. La saracinesca si abbassa di colpo, alla vista delle telecamere, e oscura alla vista il manifesto che promuove l’elezione al senato cittadino di Bruno Brucchieri e Maria Grazia Felicioli, entrambi candidati autonomisti con Grande Catania. Felicioli viene dall’esperienza nelle ex circoscrizioni, quando era una fedele alfiera dell’ex primo cittadino Bianco. “Qual è il problema?”, domanda la candidata, che si trova proprio davanti al Caf. Che, precisa, non è suo. “Sono sempre stata attiva sul territorio, non solo in campagna elettorale. I cittadini lo sanno”, spiega. Non trova inopportuno che un luogo nato per fornire servizi ai cittadini, per aiutarli a districarsi anche nei meandri della burocrazia pubblica, possa ospitare manifesti elettorali. E rivendica anche il fatto che il suo sia esposto verso la strada? “Sicuramente“, afferma, prima di andare via.

Il Caf bipartisan e quello di Mario Tomasello

Serve solo attraversare la strada per arrivare in via Santa Maria della Catena. Un patronato Inapi (Istituto Nazionale Assistenza Piccoli Imprenditori), dello stesso gruppo del più noto Fenapi, propone due manifesti in vetrina. Il caso curioso è che facciano riferimento non solo a candidati, ma anche a coalizioni diverse. Al Consiglio comunale, con Enrico Trantino sindaco, c’è spazio per Angelo Marchese, candidato di Prima l’Italia (cioè dei leghisti). Al primo Municipio, con Maurizio Caserta sindaco, la proposta è Simone Antonio Poma, candidato del Movimento 5 stelle.

Pochi passi più in là, torna una vecchia conoscenza della campagna elettorale nei patronati: Mario Tomasello, detto Poiatti, consigliere comunale uscente. Dopo essere stato vicepresidente della sua circoscrizione, si era candidato per Palazzo degli elefanti con la lista Catania 2.0, all’epoca a sostegno del centrosinistra e patrocinata dai due top player delle preferenze Luca Sammartino e Valeria Sudano. Centrata l’elezione in aula consiliare, Tomasello aveva poi aderito al gruppo misto. Adesso corre ancora, stavolta con Forza Italia. “Sono tutti dentro, fuori non c’è nemmeno un manifesto“, attacca sua moglie quando vede le telecamere. Poi, però, si accorge che in effetti un manifesto all’esterno c’è, e lo strappa.

Viviana detta “Nuccio” Lombardo

Tornati su via Plebiscito, al civico 452 c’è un caso dubbio: una vecchia insegna racconta che una bottega è stata anche Caf. Ma uno striscione, invece, dichiara che quello è invece un comitato elettorale. “Non è più un patronato?”, è la domanda rivolta al padre della candidata. Nuccio Lombardo esce dalla porta e si chiude alle spalle la saracinesca con in mano una risma di santini della figlia. Viviana Lombardo, ex assessora comunale ai Servizi sociali durante l’ultima fase dell’amministrazione Pogliese, già candidata al Consiglio comunale con Catania 2.0 nel 2018, oggi tenta l’elezione con Fratelli d’Italia. È protagonista di uno dei casi che più hanno scatenato l’ironia dei cittadini, nei giorni successivi alla presentazione delle liste: nel suo caso, è “detta Nuccio”. Come il padre, appunto, politico di lungo corso e già assessore alle Attività produttive.

“Da quanto tempo questo posto non è più un patronato?”. “Non lo so”, replica Nuccio Lombardo. In realtà, a guardare sui profili social della figlia, quello è esattamente l’indirizzo del Caf che lei pubblicizza come “Centro servizi Plebiscito“. L’ultima comunicazione in questo proposito, a memoria di Facebook, è datata 13 marzo 2023. Certamente non è vecchia.

C’è anche il Movimento 5 stelle

Dopo avere lasciato via Plebiscito per imboccare via Vittorio Emanuele, il primo che si incontra è il Centro di assistenza fiscale del civico 430. Che riceve solo su appuntamento e solo nel pomeriggio. I manifesti affissi all’esterno, stavolta, sono quelli di tre candidati del Movimento 5 stelle: Gennaro Insanguine, al I Municipio, e Giorgia Nipitella e Giovanni Amato al Consiglio comunale. Quest’ultimo scopre una passione pentastellata dopo un passato politico più spostato a destra: nel 2013 è stato eletto al Consiglio della prima circoscrizione con la lista Tutti per Catania, a sostegno dell’allora candidato sindaco Raffaele Stancanelli. Nel 2018 ha tentato il salto verso il Consiglio comunale con la lista Diventerà Bellissima, per Salvo Pogliese primo cittadino, ma non ce l’ha fatta. Adesso riprova con il partito di Giuseppe Conte.


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