Giardini Naxos, polemica per il lido di ferro e blocchi - FOTO - Live Sicilia

Giardini Naxos, polemica per il lido di ferro e blocchi – FOTO

“Gli uffici di demanio costiero di Messina in assenza di un Pudm hanno pensato bene di lottizzare l'ultima parte di spiaggia libera"

MESSINA – A Giardini Naxos è polemica sulle sorti della spiaggia di Recanati. “Abbiamo più volte sollevato la questione perché da quello che vediamo questo lido non sembra essere stato realizzato su una struttura amovibile, e non è ben chiaro ancora quale saranno le attività che verranno realizzate. Inoltre, si trova a Recanati, una delle zone più belle di Giardini Naxos (Me), ma alla foce del fiume Alcantara che è in parte inquinato, quindi su un’ area dove non dovrebbe essere permessa la balneazione. Abbiamo  sollevato la questione e chiesto chiarimenti al Comune di Giardini Naxos, in particolare agli uffici tecnici, ma senza avere risposta”. A dirlo Anna Noessing,  presidente del Circolo Legambiente Taormina-Valle Alcantara, sottolineando che molti cittadini chiedono loro cosa stia succedendo sulla spiaggia di Recanati. “Si tratta di una delle poche parti della battigia ancora libere di Giardin Naxos (Me).

“Gli uffici di demanio costiero di Messina – prosegue Noessing – in assenza di un Pudm (Piani di utilizzo delle aree demaniali marittime, ndr) approvato da parte dell’attuale amministrazione, hanno pensato bene di lottizzare l’ultima parte di spiaggia libera, Si trova sotto il depuratore, è zona non balneabile secondo Arpa Sicilia, ma tanto chi fa’ caso ai cartelli, buoni soltanto per appoggiare ai pali le buste dell’immondizia”.

Piano spiagge

“Il problema non riguarda solo questo lido ma è più ampio – spiega Noessing – perché la situazione non è regolamentata. Il piano spiagge è già stato approvato dal consiglio comunale, prevede che alcune zone debbano restare libere, ma non è stato ancora esitato, e nel frattempo si continuano a rilasciare concessioni. Probabilmente non è il caso di questo lido che già esisteva, ma potrebbe riguardare altre aree. Abbiamo anche fatto e vinto un ricorso al Tar di Catania perchèè necessario che si rispettino le normative nazionali, che chiariscono che in caso di un Pdum ancora non esitato, l’ufficio competente della Regione non può rilasciare altre autorizzazioni”.

Legambiente Sicilia ha anche presentato una memoria al Consiglio dei Ministri ed alla Commissione Europea per chiedere l’impugnativa dell’articolo 2 della legge regionale 32 approvata dall’Ars il 16 dicembre 2020. La norma prevede di rilasciare nuove concessioni demaniali marittime, nelle more dell’approvazione dei Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo da parte della Regione, dando valenza alle semplici proposte di piano presentate dai Comuni. Le concessioni sarebbero date così sulla base di atti ancora non approvati e non valutati positivamente a fini ambientali (VAS-Valutazione Ambientale Strategica e VINCA-Valutazione di Incidenza Ambientale) o paesaggistici (conformità al Piano Paesaggistico ed alle disposizioni di tutela di cui al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio).

Si rischiano, spiegava la memoria, così gravi alterazioni ambientali in quanto i piani proposti dai comuni ed ancora non approvati definitivamente dalla Regione possono contenere previsioni in contrasto con le norme di tutela ed essere profondamente modificati nella fase successiva di approvazione, ma nel frattempo tali previsioni sarebbero state realizzate con le concessioni rilasciate con la recente norma regionale che si contesta. Legambiente chiedeva dunque la moratoria delle nuove concessioni demaniali marittime in assenza dei Piani ed inoltre il commissariamento di tutti i Comuni costieri che non hanno ancora adottato i Pudm che si sarebbero dovuti redigere da oltre 15 anni ai sensi della legge regionale 15 del 2005.

Il titolare del lido: sono sereno

Sebastiano Cavallaro, titolare del lido “Il Bonday Beach” dice di essere tranquillo e sottolinea: “Ci sono stati controlli nella nostra struttura, ma non sono stati evidenziati problemi, abbiamo tutte le concessioni necessarie e siamo in regola. I l nostro impianto balneare ha le giuste misure previste ed è amovibile, quindi qualora dovesse chiudere l’attività si può spostare subito, non vedo dove sia il problema. Non comprendo perché Legambiente non si occupi di problemi come l’inquinamento dei mari o dei torrenti, o non denunci altre situazioni gravi evidenti a tutti, e si occupi invece di chi lavora giorno e notte per portare avanti un’attività regolare”. Nel frattempo comunque molti cittadini sul piede di guerra annunciano esposti e vorrebbero più spazio per spiagge libere e più restrizioni nelle concessioni”. 


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