Anziani con patologie notevoli per ore all’aperto, in una giornata di tregenda con pioggia e vento, intirizziti e umidicci, aspettando il vaccino che deve proteggerli dal Covid sperando che prima non li abbatta una polmonite da Fiera del Mediterraneo. E questi almeno li vacciniamo. Perché numeri alla mano, al momento, la Sicilia arranca proprio nella vaccinazione degli over 80 rispetto ad altre regioni. L’Isola, malgrado gli sforzi, non sembra partita col piede giusto nella campagna di vaccinazione. Immagini e numeri lo raccontano ed è bene che chi di dovere ne tragga al più presto le conseguenze perché si aggiusti il tiro.
Le scene delle persone avanti negli anni in fila all’addiaccio sotto un tempo da lupi alla Fiera parlerebbero da sé. Le voci raccolte in questo VIDEO di Silvia Andretti per Livesicilia spiegano bene il mood della giornata a Palermo. Mentre a Roma, allo Spallanzani, i nonnini che si presentano per il salvifico siero vengono accolti con fiori e panchine lungo il percorso, all’interno musica, riscaldamento e coccole.
A Palermo è andata in un altro modo. Certo il tempo inclemente non ha aiutato. E nemmeno alcune cattive abitudini, come si fa notare dalla Regione: per esempio il presentarsi con enorme anticipo o senza rientrare nelle categorie nel target. Anche a Caltanissetta ieri è stata una giornata da dimenticare, si è dovuto presentare il sindaco per cercare di sistemare le cose quando gli animi si erano già parecchio surriscaldati. (QUI LA NOSTRA CRONACA). Oggi per fortuna a Palermo le cose sembrano andare meglio. Ce ne rallegriamo.
Priorità: vaccinare gli anziani
Se l’avessimo perso di vista, la priorità di tutte le priorità oggi è vaccinare gli anziani. Perché sono gli anziani che muoiono per Covid e che finiscono in gran numero in ospedale facendo collassare il sistema sanitario. Il 41 per cento dei decessi da Coronavirus in Italia rientra nella fascia d’età tra gli 80 e gli 89 anni. Il 20,43 tra gli over 90. Il 24,24tra i 70 e i 79.
Dobbiamo vaccinare gli anziani. Ma non lo stiamo facendo a sufficienza. In compenso abbiamo vaccinato avvocati trentacinquenni che hanno le stesse possibilità di morire per Covid di quelle che ha chi scrive di fare un terno secco su Palermo e abbiamo vaccinato professori universitari che non fanno lezioni in presenza da un anno. Si obietterà che c’era un vaccino che fino all’altro giorno non si poteva usare per gli over 65 ma c’è un piccolo dettaglio che taglia la testa al toro: questo valeva anche per le altre regioni. E la Sicilia è una delle peggiori d’Italia in questa classifica.
Sicilia terzultima
Oggi il Corriere della sera pubblica una dettagliata inchiesta (qui) sullo stato dell’arte della vaccinazione degli anziani. Tutta l’Italia va male ma qualcuno va molto peggio degli altri. I numeri dei vaccinati over 80 vedono la Sicilia tristemente terzultima tra le regioni italiane. Se la media nazionale di over 80 vaccinati con almeno una dose ricevuta sul totale della fascia anagrafica è del 42,9 per cento, il dato siciliano è un modesto 35,8. Peggio di noi solo Sardegna e Toscana. A Bolzano il dato è del 65,6, in Molise del 54,8, nel Lazio del 50,4.
Se si guarda alla classifica degli immunizzati (cioè quelli che hanno già ricevuto le due dosi), la Sicilia fa un po’ meglio lasciandosi dietro sei regioni, ma rimanendo al di sotto della media nazionale del 14,7 per cento con il suo 11,1.
Vaccini, la partita decisiva
E allora qualcosa non va. E bisogna cambiare ritmo e musica al più presto. Perché solo la vaccinazione di anziani e fragili consentirà, con l’abbassamento conseguente dei ricoveri (che arriverà, come si legge qui), un graduale ritorno alla normalità e un allentamento della stretta delle misure devastanti per l’economia che ci vengono imposte. Come questa odiosa zona arancione che ci è stata rifilata quando avevamo numeri da giallo.
Non si critica la Regione per partito preso. Va detto che in questo anno la gestione della crisi sanitaria da parte della Sicilia è stata più che dignitosa (peraltro con un consenso dell’opinione pubblica fotografato dai sondaggi) e sicuramente migliore rispetto a certe nefaste aspettative. Dai Covid-hotel alle mosse per “sigillare” l’Isola, passando per le zone rosse locali adottate tempestivamente, i provvedimenti efficaci non sono mancati. Non possiamo però, ora che questo lunghissimo campionato del Covid sembra volgere alla fase finale, sbagliare la partita decisiva, quella della vaccinazione, quella che può finalmente portarci fuori dall’incubo. Gli sforzi di questi giorni, con tutti i disagi di cui si è parlato, finalmente vanno in questa direzione.
A livello nazionale il governo Draghi ha posto fine al regno dell’onnipotente Arcuri cambiando governance e musica. L’esecutivo ora richiama le regioni chiedendo di accelerare al massimo su anziani e fragili. Ma anche Roma deve fare la sua parte facendo arrivare più vaccini. Ad aprile si aspetta il siero monodose di Johnson & Johnson che potrebbe imprimere una accelerazione drammatica. Ma da qui ad allora, le regioni in ritardo come la Sicilia devono cambiare passo, aumentando al massimo le vaccinazioni degli anziani. E possibilmente senza fargli prendere la polmonite.