Palermo, una marcia per il riscatto dello Sperone

Palermo, una marcia per il riscatto dello Sperone

Tra case popolari e auto abbandonate c'è chi vuole mostrare il volto pulito del quartiere e chiede aiuto alle Istituzioni
L'INIZIATIVA
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PALERMO (di Lisa Sanfilippo) Il cambiamento va costruito giorno dopo giorno. La marcia “Luci allo Sperone” lancia un messaggio di riscatto. C’è, però, una voce fuori dal coro. Il parroco don Ugo Di Marzo “parla di passerella inutile” (GUARDA IL VIDEO)

Residenti, operatori della scuola e del mondo della chiesa, rappresentanti di diverse associazioni e del Centro Arrupe, alcuni consiglieri comunali e di circoscrizione si sono dati appuntamento nella palestra comunale “Valentino Renda” di via XXVII Maggio e hanno attraversato a piedi le strade del quartiere, toccando il campo gioco e l’asilo nido di via Annibale di Francia.

I recenti blitz anti droga hanno svelato il volto oscuro di un quartiere dove, però, vivono persone che non vogliono stare a guardare di fronte al degrado. Sanno che è difficile, ma intendono provarci con tutte le loro forze. C’è chi ha manifestato rabbia e dissenso: “Via, via. È inutile che portate tutta questa gente qui. Andatene via, non la vedete tanto com’è la situazione, non avete fatto niente per no”.

Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ha inviato un video messaggio: “Questo noi in cammino diventa un formidabile portatore di luce per il quartiere che ne ha tanto bisogno e per la città tutta. Portare la luce nelle strade, per aiutare chi ha perso la strada a ritrovarla e chi ha perso la speranza a riaccenderla dentro di sé e dentro a suoi contesti di vita. Anche io sono con voi insieme per camminare”.

Tra case popolari e auto abbandonate, un fiume di persone ha voluto mostrare il volto pulito dello Sperone.

“Siamo qui – dicono – per un senso di responsabilità verso questo luogo, nell’ottica di un processo di trasformazione. Anche questo quartiere fa parte della città, è Palermo. Abbiamo bisogno di un aiuto vero e concreto, non di promesse che poi non vengono mantenute”.

“Servono cose semplici – aggiunge una mamma – servizi e strutture che altrove, in altri luoghi della città, sono normalità e che qui essendo inesistenti negano ai nostri figli il futuro. Solo la scuola funziona. Se i nostri figli si assentano noi mamme veniamo subito avvertite”.


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