Sant'Agata, le tracce della festa: muri anneriti dalla cera FOTO - Live Sicilia

Sant’Agata, le tracce della festa: muri anneriti dalla cera FOTO

Dal Comune assicurano maggiori controlli per l'Ottava.

“Metti la cera, togli la cera”. Non è riferito alla famosa frase del film Karate Kid, ma più semplicemente a quello che è successo durante la sera del 5 febbraio nel capoluogo etneo dopo la festa di Sant’Agata. La cera in strada dopo la serata nella quale il Busto Reliquiario di Sant’Agata compie il suo giro esterno è sempre stata, nel capoluogo etneo, negli ultimi anni un grosso problema.

Divieti di accensione dei ceri votivi, mai rispettati, e strade che l’indomani diventano impercorribili. Quest’anno la Santa non ha fatto  il giro esterno e i ceri votivi, alcuni pesano anche 100 chili e forse più, non hanno sfilato, accesi, da piazza Duomo fino ad arrivare a piazza Borgo.

Quest’anno la vara che attraversa le strade durante il giro interno, giorno 5 febbraio, come l’anno scorso non ha fatto nessun giro. Il Busto Reliquiario è rimasto nel Sacello in Cattedrale.

Una piccola apparizione solo durante la messa dell’Aurora. “Per pochi intimi”, dice qualche devoto in piazza Duomo.

Ma al contrario dell’anno scorso nella piazza dell’Elefante non vi era nessun divieto d’ingresso: tutti potevano portare il loro omaggio, pensiero, preghiera, un voto fin davanti al cancello della chiesa.

“Papà, papà dov’è Sant’Agata?” dice, sottovoce, un bambino con un piccolo cero nella mano destra davanti al cancello della Cattedrale e anche se, a prima vista, arrivare lì vicino sembra impossibile causa una muraglia umana pian pianino viene fatto passare.

“Papà, papà lo accendiamo il mio cero, lo accendi?”. E come fai a dire ‘no’ a un bambino. Ma i ceri sono diventati tanti. La cera e il fuoco delle fiammelle hanno fatto il resto.

Le zone, fortunatamente sono molto circoscritte e, in effetti, i fedeli, i devoti, erano indirizzati, dai ragazzi delle Associazioni Agatine, a portare e accendere il loro cero “votivo” davanti all’Altarino della Santa Patrona in via Sant’Euplio.

Purtroppo qualcuno lo ha acceso davanti alla Cattedrale e in prossimità della chiesa di Sant’Agata al carcere. Oggi restano solo i muri anneriti dalle fiammelle dei ceri dopo l’intervento dell’amministrazione Comunale.

Resta qualche piccola candela in terra e tracce di cera sulle transenne in via Sant’Euplio. Pensiamoci quando appoggiamo un cero acceso su un muro o semplicemente lasciamo cadere la sua cera in strada. I muri, secolari, si danneggiano, ma anche un passante qualunque può farsi male.  

Ora la preoccupazione è per l’Ottava, ma dall’amministrazione comunale hanno assicurato maggiori controlli. Vedremo.


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