Lombardo, il processo al Mpa e il ruolo della Sicilia VIDEO - Live Sicilia

Lombardo, il processo al Mpa e il ruolo della Sicilia VIDEO

L'ex presidente della Regione torna sulla scena politica.
IL LEADER AUTONOMISTA
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CATANIA – La colomba autonomista torna a spiccare il volo e come la città di Catania e l’araba fenice rinasce più forte dalle sue ceneri. 

Le vicende processuali e politiche che hanno riguardato Raffaele Lombardo viaggiano su un binario parallelo. Non ha avuto esitazioni l’ex presidente della Regione, ieri in conferenza stampa, a mettere nero su bianco che “questo processo ha deviato il corso della storia politica siciliana”. Le dimissioni da Palazzo d’Orleans, l’impossibilità di tentare un secondo mandato e non solo. 

“’E’ stato processato un movimento politico e agli obiettivi che si era posto di realizzare”. Il patron del Mpa, attorniato da tutti gli uomini del (fu) presidente (dall’ex assessore Antonio Scavone al consigliere comunale Salvo DI Salvo passando per il sindaco di Adrano Fabio Mancuso e al primo cittadino di Paternò Nino Naso fino al fedelissimo Pippo Reina e al deputato regionale Giuseppe Castiglione), resiste solo in parte alla tentazione di rivendicare il grave torto subito, e se salire sulla macchina del tempo è impossibile bisogna allora guardare al presente. “Ci saranno delle conseguenze politiche”, dice rispondendo alle domande dei cronisti il leader autonomista che si dice non interessato a un possibil rimpasto della giunta regionale (“non mi interessa”). “Quello che conta è partecipare alle scelte”. Un colpo di fioretto da leggere tra le righe. A tenere banco è soprattutto la questione delle imminenti amministrative di Catania. 

Chi sperava nel lancio della propria candidatura a sindaco di Catania (per il momento) resta a bocca asciutta. “Alla fine della prossima settimana, ci sarà il congresso dell’Mpa e, da lì, uscirà un nostro candidato sindaco di Catania. Che non sarò io, personalmente darò una mano politicamente: ma spazio ai giovani”, dice l’ex governatore giurando e spergiurando che non ci sono inimicizie né rancori con nessuno degli alleati della coalizione e che gli autonomisti non porranno veti. Ma in sala serpeggia un po’ di nostalgia per i fasti del passato, quando la Sicilia a Roma

contava e faceva la voce grossa battendo i pugni sul tavolo se necessario: un’era fa. Oggi, invece, non solo gli assessori regionali ma anche il sindaco di Catania, si decide a Roma.  

“La vicenda della sindacatura è Il segno chiarissimo delle conseguenze di questa vicenda giudiziaria, tredici anni fa non sarebbe stato pensabile che il sindaco di Catania, ma nemmeno quello di Enna, si decidesse altrove, si decidesse a Roma”, spiega a Live Sicilia. “Io ricordo che all’indomani della mia elezione ci fu un incontro al quale partecipò il Movimento per l’autonomia per indicare i candidati delle province in Sicilia e i sindaci delle città”, dice a Live Sicilia. 

“Oggi la situazione è questa ed è grave che questo accada, non c’è dubbio che il candidato dovrà emergere da un confronto e fanno bene i miei amici a fare questo congresso alla fine della prossima settimana e si avanzerà una candidatura, dopodiché o ci sarà una sintesi o se questa sintesi non ci sarà ritengo che sia doveroso per i miei amici, ma saranno loro a decidere, andare avanti con il candidato o fare delle scelte si riterrà di fare”, spiega Lombardo. Il linguaggio criptico, colmo di segnali da cogliere, rimane, a differenza del contesto politico regionale, un elemento che non cambia nel tempo. La second life dell’ex governatore è appena iniziata. 


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