Mafia, 'l'ultimo bacio': le nuove leve imitano i boss LE FOTO - Live Sicilia

Mafia, ‘l’ultimo bacio’: le nuove leve imitano i boss LE FOTO

Dal blitz Picaneddu andando a ritroso. La 'fotografia' criminale che emerge dalle ultime inchieste della Dda etnea.

CATANIA – Il blitz Picaneddu ha riportato in auge il rito (ormai abusato in verità) del bacio a stampo tra boss. Lo scambio di saluti immortalato dalle telecamere dei carabinieri tra Giuseppe Russo ed Enzo Scalia, due uomini di vertice del gruppo del clan Santapaola del rione Picanello, però è solo ‘l’ultimo bacio’ di una lunga serie. Da anni, infatti, le indagini della Dda ci restituiscono immagini di mafiosi (e non) che per una sorta di “dimostrazione – spiegava un dirigente della Squadra Mobile – della loro appartenenza mafiosa e criminale” decidevano di baciarsi sulle labbra. Un timbro di “criminalità”. Quasi fosse qualcosa di cui vantarsi. Ma le regole (e le scale dei valori) all’interno delle cerchie della malavita sono totalmente capovolte.

Ma quello che le inchieste di questo ultimo decennio ci raccontano è come questo “rituale” sia in voga soprattutto tra le giovani leve della criminalità, che per fare soldi si dedicano soprattutto allo spaccio. Insomma giovanissimi criminali, anche cani sciolti, che imitano i vecchi boss della mafia.

Così facevano i signori della droga nel fortino criminale del viale Moncada 16 coinvolti nel maxi blitz Fort Apache del 2014.

Qualche anno dopo, la Squadra Mobile decide addirittura di chiamare Kiss un’operazione antidroga, che ha colpito il gruppo criminale di San Cocimo a Catania. Una scelta collegata proprio ai tanti ‘baci’ rilevati nei nastri del sistema di videoripresa della polizia.

Poi nel 2017 si torna ai vertici dello scacchiere della mafia catanese. Personaggi di rilievo del clan Cappello, soprattuto del gruppo legato a Massimo Salvo ‘u carruzzeri, avevano l’abitudine di baciarsi durante gli incontri in un bar di San Giorgio, uno dei quartier generale dell’organizzazione criminale. E tra gli scatti è presente anche Sebastiano Sardo, detto ‘occhiolino, che qualche anno fa è diventato collaboratore di giustizia.


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