CATANIA – “Era la scelta giusta da fare”. Raffaele Lombardo lo ribadisce anche a Catania: il patto con la Lega era inevitabile, se non necessario. Parole chiare, scandite al metronomo. Il leader autonomista ha chiamato a raccolta la base del movimento per raccogliere spunti, riflessioni ed eventuali critiche sulla riedizione dell’intesa tra la colomba bianca e il Carroccio. Un patto Nord-Sud che già nel 2006 aveva fatto capolino nelle schede elettorali per poi essere messo tra parentesi non senza incomprensioni. Il quadro però è mutato e il nuovo accordo è all’interno di una cornice elettorale imminente, le prossime Europee, e un quadro programmatico convergente: la realizzazione del Ponte sullo Stretto, uno dei cavalli di battaglia autonomisti.
“La repubblica federale italiana”
Raffaele Lombardo disegna una trattoria politica e ideologica di lunga gittata: “Vogliamo fondare la Repubblica federale italiana”, spiega incontrando i giornalisti. “Siamo autonomisti e federalisti: l’autonomia differenziata rappresenta per noi un impegno forte per un confronto. Ma dipende da come verrà realizzata”. E lancia un interrogativo che va ben oltre gli interessi dell’Isola: “Perché non ci può essere un’autonomia differenziata anche per la Calabria e per la Puglia?”
Lombardo ragiona da leader nazionale che vuole portare il movimento fondato quasi vent’anni fa verso il salto di qualità. L’obiettivo è uscire dalla dimensione politica regionale e mettere piede stabilmente a Roma e Bruxelles, frantumando uno di quei limiti che la classe dirigente autonomista vive sempre più con sofferenza.
Sicilia e Sardegna
Il patto tra il Carroccio e il Partito sardo d’Azione è realtà da tempo. L’elezione del governatore Christian Solinas ha rappresentato uno snodo fondamentale in tal senso. E in Sicilia, cosa avverrà? Intanto c’è chi provoca sulla necessità di apporre le spille con Alberto da Giussano sul bavero della giacca: “Nessuno di noi si iscriverà nella Lega e né i leghisti si iscriveranno nel Movimento per l’Autonomia. C’è da confrontarsi e discutere: perché non costituire immediatamente un intergruppo all’interno della Regione siciliana così da avere dieci deputati che parlano la stessa lingua. Non è facile, ci saranno difficoltà, ma in politica bisogna superarle”.
I manager della Sanità
Parlando con i giornalisti, Lombardo si è soffermato sui temi della sanità e sul dossier riguardante la nomina dei manager. “Lo dico con una punta d’orgoglio: siamo gli autori di quella legge 5 del 2009 che porta il nome di Massimo Russo, straordinario assessore alla Sanità, e che ci consentì di ridurre il debito e realizzare grandi obiettivi. Oggi – ha detto – c’è bisogno di nominare dei manager all’altezza. C’è già un elenco con gli idonei: non serve pensare a due, tre, quattro elenchi”.
Un’ultima domanda circa l’ipotesi di un ingresso nel governo nazionale da sottosegretario. Lombardo liquida il tutto con una battuta: “Scusate, conoscete la mia dignità, non dico l’orgoglio: io sono stato presidente di Regione con il rango di ministro. Secondo voi, vado a fare il sottosegretario? Neppure il ministro, ve lo posso assicurare!”