De Luca: "Ho rifiutato 150 mila euro per candidare ex assessori"

De Luca: “Ho rifiutato 150 mila euro per candidare ex assessori”

Il candidato di Sicilia Vera, convinto di vincere, parla delle proposte indecenti rifiutate
ELEZIONI REGIONALI
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(di Ruggero Farkas) (ANSA) – PALERMO – “Vinceremo col 41% più Iva. Volete un altro scenario: se non vinciamo i nostri deputati non appoggeranno alcun governo, non siamo sul mercato. Se avessi voluto questo avrei accettato la proposta di vicepresidente della Regione che mi ha fatto il Centrodestra o di presidente dell’Ars. Non parliamo dell’offerta di fare il ministro per il Sud con 5 seggi pur di fermare l’operazione che sto portando avanti a livello nazionale. Spero di ottenere 2 o 3 senatori e 2 o 3 deputati. Se otteniamo questo risultato passiamo alla Storia”.

Il candidato alla presidenza della Regione siciliana, Cateno De Luca, ex deputato regionale, ex sindaco di Messina, leader del movimento Sicilia vera, è convinto di vincere le elezioni (I SONDAGGI DICONO DIVERSAMENTE e De Luca li ha definiti “farlocchi”) e di ottenere un ottimo risultato per il suo movimento che corre, oltre che con altre liste, coi simboli “De Luca sindaco di Sicilia” per le regionali e “De Luca sindaco d’Italia” per le politiche.

Anche sul programma ha le idee chiare. “Semplificazione, abolizione degli otto uffici decentrati regionali, come genio civile, demanio, sovrintendenze – spiega il candidato – Farò un ufficio unico regionale provinciale con un unico responsabile, naturalmente abolisco sotto al profilo dell’organizzazione: accorpo. Da sindaco di Messina quando mi sono insediato avevo 23 dirigenti e 20 dipartimenti in sei mesi li ho ridotti a 9 dirigenti e 8 dipartimenti e in un anno la città è diventata la più virtuosa d’Italia in capacità di spesa e di pagamento fattura. Bisogna eliminare gli uffici regionali periferici che per la politica rappresentano 72 posizioni da spartire dopo le elezioni. Eliminare le Asp come dicono i 5S? No. Ma ci vuole una centrale unica per le cose comuni a tutte le province come l’acquisto di prodotti medici o medicinali”.

Per quanto riguarda l’emergenza rifiuti, De Luca sostiene che “bisogna puntare sulla differenziata ma un termovalorizzatore è necessario: se noi dobbiamo raggiungere il 65% di differenziata la frazione secca che rimane riesce ad alimentare un solo impianto. A Messina quando mi sono insediato avevo 8% di differenziata sono arrivato al 60% ho eliminato i cassonetti e l’umido l’ho dovuto portare in provincia di Mantova e i risparmi che ho conseguito li ho bruciati a causa di Musumeci. Messina è stata premiata come prima città d’Italia per la raccolta di carta e cartone”. Il leader di Sicilia vera è convinto anche che bisogna puntare sul turismo cambiando strategia.

“La Sicilia ha il maggior numero di km di costa balneabile con 130 comuni ma abbiamo solo 14 bandiere blu, una presa quando ero sindaco di Santa Teresa Riva: una vergogna. Per poter ottenere la bandiera blu la qualità dei servizi dev’essere elevata, si valuta la pulizia delle acque, le condizioni dell’arenile, la raccolta differenziata ed è necessario il servizio di controllo delle spiagge. Tutto ciò manca: se vai a Rimini queste sono le prime cose che si notano”. De Luca annuncia anche “un’operazione verità” sul Bilancio regionale “che è falso”. “Ci sono debiti occultati – spiega – nelle società partecipate e in quelle strutture che da 30 o 40 anni sono in liquidazione. Tutte queste cose non sono rilevate nel bilancio regionale. E’ da 5 anni che i lavoratori ex Ipab non prendono lo stipendio: in quale bilancio è scritto? In nessuno”.

Il leader di Sicilia Vera svela infine di aver ricevuto richieste per candidare ex deputati o assessori anche in cambio di denaro. “Nessun illecito – dice – ma pressioni in stile mafioso, pressanti. Ho rifiutato tutto anche 100-150 mila euro che in campagna elettorale servono”.

Il politico, ribattezzato “Scateno” De Luca per i suoi appariscenti e irruenti modi di condurre comizi e dibattiti, ritiene che le notizie scritte sulla esclusione delle sue liste, rivelatesi non vere, facciano parte di un piano contro di lui, di una “operazione provocazione” creata ad arte per danneggiare il suo movimento, e difende il video con il quale ha ricoperto di insulti un giornalista scatenando le reazioni degli organismi di categoria. “E’ stato fatto apposta. Sono stato al gioco. Per capire chi fossero gli ideatori. Ognuno ne risponderà nelle sedi opportune”, dice.


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