Madre uccisa, il film dell'orrore di via Di Giacomo - Live Sicilia

Madre uccisa, il film dell’orrore di via Di Giacomo

La strada è quella dove è cresciuto Nitto Santapaola, padrino di Catania. Foto.

CATANIA – Ci sono i sigilli della polizia nella casa di via Di Giacomo, dove lunedì notte è stato consumato l’omicidio di Valentina Giunta. Trentaduenne, uccisa con un’arma da taglio. Le attenzioni degli inquirenti sono rivolte tutte sul figlio quindicenne. Una vicenda tragica che sembra lontana un miglio rispetto alle tante altre storie di sangue del quartiere che fu di Nitto Santapaola e dei suoi fratelli. Nella stessa strada è infatti nato e cresciuto il capo dei capi della Cosa Nostra catanese.

Mentre la volante passa più volte a controllare che nessuno abbiamo violato l’appartamento, tace San Cristoforo. Tutto è immobile, quasi non fosse accaduto nulla. In uno scorcio della Catania che fu e che oggi ospita b&b, migranti e catanesi che non possono e non vogliono andare via. 

I fatti. Lunedì sera, gli agenti delle volanti sono intervenuti nella casa di Valentina Giunta perché, avvertiti dai parenti, temevano che la donna potesse essere in pericolo di vita. Una volta arrivati sul posto, hanno chiamato immediatamente i sanitari per un intervento disperato. Giunta, infatti, è morta poco dopo. Lasciando due figli ancora minorenni.

Gli uomini della squadra mobile hanno seguito, subito, la pista familiare. Prima hanno analizzato il profilo del compagno, che però è da tempo recluso. Così le indagini hanno puntato su altri possibili sospettati. Da lì si arriva al figlio. Il fascicolo è nelle mani della procura dei minori, sotto il coordinamento di Carla Santonoco. 

Il presunto movente risiederebbe nei continui contrasti tra madre e figlio e al legame che quest’ultimo provava nei confronti del padre. Il suo profilo social racconta l’ammirazione incondizionata per il genitore detenuto per furti d’auto. “Papa’ sei il mio amore, ti amo”, scriveva il quindicenne.


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